Dhaka: dopo giorni di scontri l'opposizione scende in piazza contro il governo
di Sumon Corraya

Il Partito nazionalista del Bangladesh chiede le dimissioni della prima ministra Sheikh Hasina, accusata di aver truccato le ultime elezioni. Nei giorni scorsi la polizia ha peso d'assalto le sedi del partito e arrestato centinaia di manifestanti. Da settembre almeno sette attivisti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza.


Dhaka (AsiaNews/Agenzie) -  Decine di migliaia di sostenitori del principale partito di opposizione del Bangladesh oggi sono scesi in piazza a Dhaka, la capitale, per protestare contro il governo guidato dalla prima ministra Sheikh Hasina, dopo che da giorni si registrano scontri tra attivisti e forze di sicurezza.

“Sheikh Hasina è una ladra di voti”, hanno urlato dal campo sportivo di Golapbagh i membri del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), una fazione della destra nazionalista, invocando le dimissioni della premier. L’opposizione, che accusa il governo di aver truccato le elezioni del 2018, chiede l’istituzione di un governo neutrale prima del voto per il rinnovo del Parlamento previsto per la fine del prossimo anno.

Un membro del Bnp, Quader Siddiqui, ha dichiarato: "Non ci è stato impedito di partecipare alla manifestazione. Tuttavia, coloro che sono venuti da fuori Dhaka sono stati molestati durante il tragitto. Molti si sono messi in viaggio perché non riuscivano a trovare un albergo". Il governo oggi ha schierato la Rapid Action Battalion, una squadra di polizia che in passato è stata accusata di crimini contro i civili.

Ieri Khandaker Mosharraf Hossain del Comitato permanente del Bnp, in un briefing con la stampa ha dichiarato: "Come da nostra richiesta, la polizia ci ha dato il permesso di tenere il raduno  al campo di Golapbagh. Non si tratta più di una manifestazione solo del nostro partito, ma del popolo". 

Negli ultimi tre giorni sono stati arrestati con l’accusa di incitamento alla violenza il segretario generale, Mirza Fakhrul Islam Alamgir, e altri dirigenti, tra cui Mirza Abbas, ex ministro e membro del massimo organo decisionale del partito. Entrambi sono stati portati via dalle loro case intorno alle 3 del mattino (ora locale), secondo quanto dichiarato dal portavoce del Bnp.

Ma già il 6 dicembre le forze di sicurezza avevano preso d'assalto il quartier generale del partito, provocando almeno un morto e decine di feriti. Gli scontri sono continuati anche il giorno successivo: per timore di una rivolta popolare il governo ha schierato la SWAT, una forza di polizia addestrata dagli Stati Uniti per combattere il terrorismo, che ha utilizzato contro i dimostranti proiettili di gomma e gas lacrimogeni, e arrestato diversi esponenti riuniti davanti alla sede del partito.

Secondo il Bnp, dal 30 novembre il governo ha arrestato circa 2mila attivisti nel tentativo di impedire che si svolgesse la manifestazione antigovernativa prevista per oggi. Dal 12 ottobre il Bnp ha tenuto nove manifestazioni di massa fuori Dhaka per ribadire le proprie richieste. Da settembre, almeno sette attivisti del Bnp sono stati uccisi dalla polizia mentre stavano partecipando a manifestazioni pacifiche per protestare contro il carovita e le azioni del governo in generale.

Mohammad Ashrafuzzaman, dell'Asian Legal Resource Center con sede a Hong Kong, ritiene che le principali istituzioni del Paese come la Commissione elettorale, la magistratura, la Commissione anticorruzione, la polizia e la burocrazia abbiano aiutato Hasina a truccare le elezioni e giustificare le sue azioni: “I cittadini del Bangladesh non credono che in Bangladesh si possano tenere elezioni credibili ed eque senza che Sheikh Hasina venga rimossa dal potere mentre porta avanti una campagna alla ricerca di un perpetuo ‘potere assoluto’”.

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