Card. Cheong: "La visione asiatica del Papa rilancia l'evangelizzazione del continente"

In un'intervista ad AsiaNews l'arcivescovo di Seoul, che ha ricevuto oggi la porpora cardinalizia, sottolinea l'impegno della Chiesa coreana contro la sperimentazione embrionale ed a favore della Corea del Nord.


Roma (AsiaNews) – Aver nominato tre nuovi cardinali asiatici "è un segno della benevolenza del Papa nei confronti di questo continente: con questo gesto Benedetto XVI rafforza l'invito di Giovanni Paolo II, quando ha indicato nell'Asia il nostro comune compito per il terzo millennio". Con queste parole mons. Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul e Amministratore apostolico di Pyongyang, commenta ad AsiaNews la "visione asiatica del Pontefice".

"Il compito che ci ha ricordato Giovanni Paolo II – spiega il neocardinale – è l'evangelizzazione: tutti conoscono i numeri della popolazione asiatica e sanno che è l'Asia il futuro del mondo, perché è destinata a segnarlo così come l'Europa ha segnato il primo millennio e le Americhe il secondo".

"Io penso – aggiunge - che il nostro Papa abbia inserito me ed i presuli di Hong Kong e Manila nel Collegio cardinalizio con l'intento di dare un segnale al mondo, anche non cattolico. Siamo una squadra e lavoreremo insieme. Idealmente le nomina possono essere raffigurate come un cuneo che penetra nell'Asia: Hong Kong rappresenta la punta, la Chiesa coreana un ruolo medio di riconciliazione e cooperazione e le Filippine la solida base".

Una volta concluso il Concistoro, l'arcivescovo di Seoul tornerà ai suoi normali impegni. "Uno dei miei compiti principali, anche dopo questo avvenimento – sottolinea - resta quello di aiutare la battaglia etica contro la sperimentazione sugli embrioni. La caduta di Hwang [il "pioniere della clonazione", caduto in disgrazia per aver falsificato i risultati delle sue ricerche ndr] ha segnato un punto importante in questa battaglia, ma noi non dobbiamo preoccuparci di questo e non dobbiamo gioire delle disgrazie dei nostri nemici.

"La gente in Corea - aggiunge - ha capito la mia posizione a difesa dell'embrione, e credo che molti si siano accostati alle mie opinioni sull'argomento. Io continuerò la nostra campagna pro-vita perché non si ceda davanti alla razionalizzazione di un dono divino così importante come la vita umana"

Anche la situazione della Corea del Nord e dei cattolici del luogo è "un impegno pressante" per il presule: "Non esiste una Chiesa in Corea del Nord – dice - tranne quella del silenzio. Non vi sono chiese, ma io credo che in futuro, con l'aiuto della Provvidenza, vi sarà un miglioramento della situazione religiosa in quel Paese". "Il nostro impegno per i cattolici e per tutta la popolazione, i nostri fratelli del Nord – aggiunge - è umanitario: la nostra arcidiocesi di Seoul aiuta con diversi progetti umanitari e con lo stanziamento di fondi i nostri fratelli del Nord e continueremo a farlo".

"Ho molto sofferto per questa nomina e per il suo peso – conclude - ma sono contento. Tutti i coreani sono felici di questa novità ed io sono felice per l'onore che il Papa ha fatto alla Corea".