India: contro la discriminazione dei cristiani, 50 mila persone lasciano il Bjp

Netta protesta contro "l'ignoranza e gli insulti" dei leader del Partito nazionalista, il più grande del Paese, nei confronti delle minoranze.


Guwahati (AsiaNews/Icns) – Oltre 50 mila iscritti al Bharatiya Janata Party – Bjp, il più grande partito politico indiano, di impronta nazionalista – dello Stato orientale dell'Assam hanno lasciato il Partito per protesta contro il suo atteggiamento aggressivo nei confronti delle minoranze. I leader del gruppo hanno inoltre accusato la leadership nazionale del Bjp di "ignorare deliberatamente i cristiani in occasione delle elezioni statali".

Dewan Rongpi, leader cristiano, dice che i capi del Partito manifestano una discriminazione ingiusta ed offensiva nei loro confronti ed afferma di "non voler più sopportare la loro ignoranza". "Vi erano almeno dieci cristiani della mia zona che volevano candidarsi alle elezioni – dice - ma sono stati semplicemente respinti, senza motivo. Questo è un grave insulto e così circa 50 mila lavoratori iscritti hanno stracciato la tessera".

A livello statale, la strategia del Partito prevede la ricerca di una cooperazione con i leader cristiani per cercare di vincere dei seggi in quelle aree dove il Bjp è malvisto, mentre a livello nazionale la leadership tiene un atteggiamento aggressivo nei confronti delle minoranze.

Durante un comizio elettorale a Guwahati, Rajnath Singh, presidente del Bjp, ha annunciato la decisione di voler chiedere una legge anti-conversione nello Stato ed ha definito la presenza dei missionari cristiani "una minaccia nazionale".

La dichiarazione di Singh ha convinto i leader cristiani ad abbandonare ogni possibile alleanza. "Come possono essere i missionari una minaccia – dice Prafulla Garbi – quando in tutti questi anni non hanno fatto altro che lavorare per lo sviluppo dell'Assam?".