Mascate: Parlamento approva norma che criminalizza le relazioni con Israele

La nuova legge votata a fine anno allarga il boicottaggio e punisce rapporti pubblici o privati con persone o enti dello Stato ebraico. Analisti parlano di duro colpo alle speranze israeliane di allargare gli “Accordi di Abramo”. Per il Sultanato ogni prospettiva di relazione è vincolata alla causa palestinese e alla soluzione a due Stati. 


Mascate (AsiaNews) - Il Parlamento dell’Oman ha approvato una norma che allarga il boicottaggio verso Israele, dichiarando passibili di reato penale le relazioni di natura economica, commerciale o diplomatica con lo Stato ebraico. A fine anno l’Assemblea consultiva di 86 membri ha votato la legge che inasprisce il blocco in linea con le indicazioni della Lega araba, rendendo illegale per i propri cittadini comunicare o incontrare - per qualsiasi scopo - figure pubbliche o private israeliane.

Il vice presidente dell'assemblea Yaaqoub al-Harethi, rilanciato dall’agenzia di stampa ufficiale Waf, ha affermato che l’emendamento proposto da diversi legislatori mira ad “espandere la criminalizzazione e il boicottaggio dell’entità sionista”. Analisti ed esperti definiscono il voto un duro colpo alle speranze di Israele di allargare il campo di azione all’interno del mondo arabo e mediorientale, con l’obiettivo di relegare in un angolo e accerchiare il “nemico” iraniano. 

Per Mascate, come altre nazioni dell’area fra cui i sauditi, prima di parlare delle relazioni servono “progressi” sulla questione palestinese e la ripresa del dialogo con prospettive reali sulla soluzione a due Stati, che il governo israeliano più a destra di sempre sembra però archiviare. Il Sultanato dell’Oman è considerato il più importante mediatore nella regione fra le due grandi potenze musulmane: l’Arabia Saudita sunnita e la Repubblica islamica sciita dell’Iran. 

Nel luglio scorso Riyadh ha aperto il proprio spazio aereo ai velivoli israeliani, ma per molti esperti si tratta di una mossa di facciata e senza reali benefici, almeno sino a che l’Oman non prenderà una decisione analoga permettendo il sorvolo verso l’Estremo oriente. Una prospettiva che al momento sembra però remota, perché anche il ministro degli Esteri del Sultanato Badr Bin Hamad Al-Busaid ha accolto con favore il voto parlamentare. La decisione, ha sottolineato, rappresenta “l’incarnazione delle aspirazioni del popolo dell’Oman e di altre nazioni della regione, per raggiungere una soluzione giusta e globale alla causa palestinese”. Al riguardo egli ha auspicato il rispetto degli “standard internazionali” e della “iniziativa di pace araba”. 

Nel recente passato Emirati Arabi Uniti (Eau) e Bahrain - con Sudan e Marocco - hanno instaurato rapporti diplomatici con Israele nel novero degli “Accordi di Abramo” sponsorizzati nel 2020 dall’ex presidente Usa Donald Trump. Altre nazioni come l’Iraq hanno confermato - almeno a livello ufficiale - la linea dura con lo Stato ebraico, approvando una legge che prevede la pena di morte per chi instaura rapporti o commerci. Del resto Baghdad non ha mai riconosciuto Israele come entità autonoma e sovrana dalla sua nascita nel 1948 e i parlamentari a Baghdad sono fermamente convinti che il Paese “non aderirà mai” agli accordi, a dispetto degli inviti e delle pressioni che giungono da più parti (leggi Washington).

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