Taipei pronta a collaudare il suo nuovo sottomarino: Pechino risponde con la terza portaerei

Per i taiwanesi è il primo di otto da costruire in proprio. I cinesi potranno schierare nello Stretto di Taiwan la Fujian, più avanzata delle due ora in dotazione. La tensione rimane alta tra le due parti: nel 2022 i cinesi hanno quasi raddoppiato le incursioni aeree nella zona difensiva di Taipei.


Taipei (AsiaNews) – La Marina taiwanese è pronta a collaudare a settembre il primo di otto sottomarini costruiti in proprio. I nuovi sommergibili serviranno a rafforzare le difese del Paese di fronte alla rapida modernizzazione militare della Cina. Da parte sua, Pechino ha annunciato per quest’anno i primi test in mare della Fujian, la sua terza portaerei.

Taiwan ha in servizio quattro sommergibili che risalgono alla Seconda guerra mondiale e agli anni '80 del secolo scorso. La Cina ne può schierare 56 operativi, alcuni ultramoderni. Secondo il Pentagono, nell’arsenale cinese vi sono sei sommergibili nucleari armati con missili balistici (anche con capacità atomica) e altrettanti d’attacco a propulsione atomica.

Per completare i propri sottomarini, Taipei deve fare ricorso a tecnologia straniera. Dagli Usa ha ottenuto ad esempio sistemi sonar digitali, di combattimento integrato e periscopi.

Il regime cinese considera Taiwan una provincia ribelle, e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente dalla Cina dal 1949; all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912.

La Fujian è considerata di un livello superiore alle due prime portaerei cinesi (la Liaoning e la Shandong) e un asset centrale in caso di possibile aggressione a Taiwan. Secondo l’ammiraglio Michael Gilday, capo delle operazioni navali della Marina statunitense, la Cina potrebbe essere in grado di invadere Taiwan entro il 2024 e non il 2027, come previsto in precedenza dal Pentagono.

In base al Taiwan Relations Act, gli Stati Uniti sono impegnati a difendere l’isola. Adottato nel 1979 dopo il formale riconoscimento diplomatico della Cina comunista, il provvedimento non specifica l’effettiva natura dell’impegno di Washington verso Taiwan: una “ambiguità strategica” che produce continue tensioni con Pechino.

La Cina comunista ha intensificato le sortite aeronavali intorno all’isola dopo la visita dello scorso agosto a Taipei di Nancy Pelosi, speaker della Camera Usa dei rappresentanti. Dai calcoli dell’Afp, emerge che nel 2022 i cinesi hanno quasi raddoppiato le incursioni aeree nella zona difensiva taiwanese: 1.727 contro le 960 del 2021 e le 380 del 2020.

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