Colombo: l'insicurezza alimentare colpisce il 36% delle famiglie
di Arundathie Abeysinghe

Sono i dati diffusi dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Responsabili sono la crisi economica e le precedenti scelte governative, tra cui il passaggio all'agricoltura biologica varato sotto l'amministrazione Rajapaksa. Si teme che la situazione possa peggiorare senza assistenza agli agricoltori.


Colombo (AsiaNews) - Secondo un rapporto pubblicato dal Programma alimentare mondiale (Pam), la crisi economica dello Sri Lanka ha aggravato il rischio di insicurezza alimentare: il 36% delle famiglie è già in situazione di pericolo alimentare, mentre il 76% ha fatto ricorso a strategie di sopravvivenza. Sebbene i livelli di insicurezza alimentare si siano relativamente stabilizzati negli ultimi tre mesi, questi rimangono alti, con oltre 5 famiglie su 10 che impegnano gioielli d'oro o prendono in prestito denaro per comprare cibo. 

Il rapporto del Pam rivela inoltre che "il 35% delle famiglie sperimenta un consumo alimentare insufficiente, mangiando cibo più economico e meno nutriente", sottolineando che l'attuale crisi economica continua a colpire in modo sproporzionato alcuni segmenti della società. Ciò avviene in un momento in cui i vincoli finanziari hanno costretto il governo a ridimensionare i programmi di sostegno alla nutrizione, compresa la distribuzione di pasti scolastici e di alimenti arricchiti per madri e bambini sottonutriti.

Secondo i dati diffusi dal Pam e dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), circa 6,3 milioni di persone in Sri Lanka si trovano in una situazione di insicurezza alimentare acuta e si prevede che la loro condizione peggiorerà se non verrà fornita un'adeguata assistenza umanitaria. Pertanto, i meccanismi di assistenza sociale esistenti sono fondamentali per consentire alle famiglie di accedere a cibo nutriente.

Diversi analisti economici hanno spiegato ad AsiaNews che "a causa del limitato potere d'acquisto, oltre il 50% delle famiglie compra cibo a credito e il consumo di diete adeguate e nutrienti rimane basso. I prezzi dei prodotti alimentari sono una preoccupazione primaria per 9 famiglie su 10".

Secondo alcuni osservatori indipendenti, "l'insicurezza alimentare ha registrato un aumento del 4% nell'ottobre dello scorso anno rispetto ai mesi precedenti, con quasi la metà delle famiglie (48%) nella Provincia meridionale, seguita dalla Provincia di Sabaragamuwa (45%). Anche altre regioni dello Sri Lanka, in particolare quelle di Uva e del Nord-Ovest, vivono una situazione simile. È improbabile che la situazione migliori nel 2023. Gli abitanti delle province orientali e settentrionali a ottobre hanno registrato i livelli più bassi di insicurezza alimentare, con tassi del 26% e 25%".

Esperti di agricoltura spiegano che "questa situazione disastrosa deriva dalla mancanza di una pianificazione a lungo termine a seguito dell’introduzione dell'agricoltura biologica da parte dell'amministrazione Rajapaksa". La decisione dell'ex presidente "ha rovinato l'intero settore, sebbene il governo abbia stanziato una somma di 400 milioni di rupie [104mila euro] per fornire agli agricoltori sementi e 40 miliardi di rupie [104 milioni di euro] per i fertilizzanti".

Senza assistenza, si prevede che la sicurezza alimentare si deteriorerà ulteriormente, in particolare nei prossimi mesi, a causa degli scarsi raccolti, di riso. 

Secondo fonti Fao "per sostenere il ripristino della produzione agricola, l'assistenza ai mezzi di sussistenza rivolta ai piccoli agricoltori dovrebbe rimanere una priorità, poiché circa il 30% della popolazione dipende dall'agricoltura. Il miglioramento della capacità produttiva degli agricoltori aumenterà la resilienza del settore agricolo e ridurrà il fabbisogno di importazioni in un contesto di carenza di riserve di valuta estera”.

Diversi accademici sono del parere che "questa situazione dimostra il fallimento degli sforzi del governo per minimizzare l'impatto del carovita sui poveri e sulla classe media, sebbene il governo abbia avviato un Programma nazionale di sicurezza alimentare, proponendo di istituire società agricole giovanili e di cancellare i prestiti in sospeso dei coltivatori di riso".

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