‘Democratici’ kazaki vogliono entrare nella Ue
di Vladimir Rozanskij

La richiesta arriva da Ak Žol, partito incluso nella maggioranza di governo. Chiedono libere elezioni, una magistratura indipendente ed equa e democrazia parlamentare. Kazakistan ed Europa hanno già un partenariato allargato. L’Unione è il primo partner commerciale di Astana e il suo primo investitore.


Mosca (AsiaNews) – Il partito democratico kazako Ak Žol (Sentiero Luminoso) propone di candidare il proprio Paese a entrare nell’Unione europea. L’annuncio è avvenuto al suo 21° congresso. Fondata nel 2002, la formazione vuole rilanciarsi alle prossime elezioni parlamentari. Il leader Azat Peruašev intende “inserire il Kazakistan nel cammino dello sviluppo europeo, degli approcci europei alle relazioni tra la società e lo Stato, degli standard europei di qualità della vita”.

Peruašev si rifà alle affermazioni di Alikhan Bokejkhan, il fondatore nel 1917 del movimento di liberazione Alaš, che univa l’intelligentsija kazaka e kirghisa per fondare uno Stato liberale dopo il dominio zarista russo, poi liquidato dai bolscevichi nel 1920. Egli affermava che “noi vediamo il nostro futuro nella connessione con le migliori conquiste degli Stati occidentali”. Come esempi di “conquiste” i democratici kazaki citano le libere elezioni, anche con sistemi elettronici, la magistratura indipendente ed equa, oltre alla democrazia parlamentare.

Ak Žol ha deciso di presentarsi alle elezioni del prossimo 19 marzo, individuando durante il congresso 54 persone che verranno inserite nelle liste. Tra di esse vi sono rappresentanti del mondo economico di varie regioni del Paese, e anche ex deputati del Mažilis (Parlamento) come lo stesso Peruašev, Dania Espaeva, Berik Djusembinov, Erlan Barlybaev, Kazybek Isa, Maksat Ramankulov e Serik Erubaev.

Il partito elegge suoi rappresentanti dal 2012, dopo i primi tentativi iniziati nel 2004, e conta su un consistente gruppo di circa 200mila iscritti in tutto il Kazakistan. Alle ultime elezioni nel 2021 aveva conquistato 12 seggi, come terzo partito dopo quello al potere Nur Otan, fondato dall’ex presidente Nazarbaev e il Partito popolare del Kazakistan.

Ora gli esponenti di Ak Žol, che partecipano alla maggioranza di governo, confidano di interpretare con particolare efficacia lo slogan spesso ripetuto dallo stesso presidente Tokaev: “La liberalizzazione delle strutture sociali”, a cominciare proprio dai meccanismi elettorali. Le opposizioni, peraltro, ritengono che le autorità che presiedono alla contesa politica lascino spazio soltanto ai partiti leali con il regime al potere.

L’anno scorso, in occasione delle presidenziali, il ministero della Giustizia ha rigettato tutti i tentativi di partecipazione del partito “Alga, Kazakistan!”, che intendeva unire le opposizioni e aveva presentato migliaia di firme di sostenitori, ritenute “non corrispondenti” alle richieste formali per l’iscrizione.

In effetti finora le elezioni in Kazakistan, compresa l’ultima rielezione di Tokaev, non hanno mai ottenuto dagli osservatori indipendenti l’approvazione come “libere e giuste”. Eppure il Kazakistan e la Ue sono partner dai primi anni dell’indipendenza della repubblica. Nel dicembre 2015 Bruxelles e Astana hanno firmato un accordo sul partenariato allargato e la cooperazione, il primo patto simile tra gli europei e uno Stato dell’Asia centrale. Interessa tutti i settori, dalla giustizia agli affari interni, l’economia e le finanze, l’energetica e i trasporti, l’ambiente e i cambiamenti climatici, l’occupazione e le politiche sociali fino alla ricerca scientifica.

L’Unione europea è il primo partner commerciale del Kazakistan, attirando oltre il 40% delle esportazioni, ed è il primo investitore nel Paese. il partito Ak Žol è il meno allineato al potere presidenziale, e viene chiamato anche la “opposizione parlamentare”. Il suo sostegno alla politica di Tokaev dipenderà dalla effettiva volontà di riformare il Paese, nelle drammatiche e contraddittorie circostanze della guerra russa con l’Ucraina e la stessa Europa.

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