Con Erdogan al potere aumenta la corruzione in Turchia

Per Transparency International, Ankara registra il dato peggiore dell’ultimo decennio. Da 50 punti nel 2013 è passata ai 38 del 2022. Nella regione la Siria il Paese con più corruzione, gli Emirati Arabi Uniti il meno corrotto. Senza Netanyahu al potere Israele migliora di quattro punti e si piazza al 31mo posto.


Istanbul (AsiaNews) - Nell’ultimo decennio, con al potere il presidente - e in passato primo ministro - Recep Tayyip Erdogan, la Turchia ha registrato un progressivo aumento della corruzione tanto da registrare, nel 2022, il dato peggiore e scivolando al 101mo posto su 180 nazioni al mondo. È quanto emerge dal rapporto sull’Indice di percezione della corruzione (Cpi) di Transparency International (TI) pubblicato in questi giorni. Lo studio registra il progressivo peggioramento di una nazione che, in primavera, andrà alle urne per elezioni chiave in prospettiva futura, interna e regionale. Ankara, spiegano gli esperti, ha perso due punti in un anno e segna il dato peggiore dal 2013, con un declino “significativo” nella classifica. 

Il Cpi prende in esame le nazioni in base a una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) fino a 100 (basso livello di corruzione percepita). Nel 2022 la Turchia ha raccolto 34 punti su 100, due in meno rispetto all’anno precedente e il più basso dell’ultimo decennio, a conferma delle denunce di attivisti e ong di una progressiva espansione della corruzione in un Paese segnato anche dalla crisi economica e della valuta interna. 

Il calo progressivo è testimoniato dai numeri: da 50 nel 2013, la Turchia è scesa a 45 nel 2014, 42 nel 2015, 41 nel 2016 e 40 nel 2017. Il punteggio del Paese è stato di 38 nel 2021 e 36 nel 2022, con un crollo di 15 posizioni nell’ultimo biennio e nel gruppo delle nazioni che hanno registrato il calo maggiore in un decennio. L’analisi che accompagna il rapporto evidenzia alcuni fra i molti problemi alla base del declino turco. 

In seguito all’inserimento della Turchia nella lista grigia della Financial Action Task Force nel 2021, Ankara ha proseguito il trend di declino. Fra i fattori vi sono l’enorme mole di denaro non registrato che entra nel Paese e aumentato in seguito alla guerra russa in Ucraina, la politicizzazione della magistratura, il restringimento della sfera democratica e la stretta sulle opposizioni. Il rapporto Transparency International 2022 mette in luce anche la pratica dell’impunità verso i settori legati al potere, che si traduce in un sistema di corruzione più diffuso e ordinario. 

Allargando il discorso alla regione mediorientale e al Nord Africa (Mena), dove la corruzione resta pratica comune e in progressivo aumento, la nazione col dato peggiore è la Siria (seguita da Yemen e Iraq), mentre gli Emirati Arabi Uniti (Eau) fanno registrare il punteggio migliore. La maggior parte dei Paesi del Medio oriente sono scesi in classifica e la regione segna un nuovo minimo storico, con una media fra i vari Stati di 38 su 100. In una nota TI sottolinea che le nazioni “stanno lottando per ottenere risultati tangibili contro la corruzione, ma nessuno ha registrato un miglioramento significativo nell’Indice di percezione della corruzione nell’ultimo decennio”. Nel 2022 l’Oman ha visto il calo maggiore, pari a 8 punti, rispetto all’anno precedente. Il sultanato del Golfo è ora al 69mo posto a livello globale. Migliora Israele (nel 2022 senza Benjamin Netanyahu al potere, ma ritornato alla guida del governo solo a fine anno), che sale di ben quattro posizioni classificandosi al 31mo posto complessivo. 

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