Astana: i candidati indipendenti vogliono uno Stato di diritto
di Vladimir Rozanskij

Sono economisti, giornalisti, accademici e attivisti. Chiesta la verità sugli arresti dopo le proteste del gennaio 2022. Il sistema favorisce i partiti legati in modo diretto e indiretto all’elite al potere. Commissione elettorale controllata dal governo.


Mosca (AsiaNews) – Come afferma il loro manifesto, “noi vogliamo uno Stato di diritto, un Parlamento forte in grado di controllare l’attività del governo, e un giusto equilibrio dei tre rami del potere, assicurando l’indipendenza dei media, il quarto potere”.

Un gruppo di kazaki candidati ai collegi uninominali per le elezioni parlamentari del 19 marzo ha presentato il proprio programma elettorale durante una conferenza stampa ad Almaty. La città è la più popolosa del Kazakistan, teatro delle proteste di gennaio 2022 represse dalla polizia con l’aiuto dei soldati russi. Lo scopo principale della loro iniziativa è quello di “elevare le competenze del Parlamento”.

Gli economisti Ayman Tursynkan e Mukhtar Tayžan, il giornalista Ermurat Bapi, il politologo Sanžar Bokaev, l’attivista umanitario Erlan Kaliev e l’osservatrice indipendente Arajlym Nazarova saranno tra i più noti candidati indipendenti alle elezioni. Secondo Tursynkan, “per realizzare le riforme è necessario restituire al Parlamento l’effettiva funzione legislativa, noi vogliamo una vera repubblica parlamentare”.

Tutti i membri del gruppo esprimono un notevole scetticismo sulla reale volontà del potere attuale di fare delle riforme non soltanto di facciata. Commentando lo slogan del “nuovo Kazakistan” lanciato dal presidente Tokaev, Tayžan afferma che “si tratta del ritornello inventato dagli studenti di Nazarbaev, cresciuti nel culto della personalità del primo presidente, tutti membri del suo partito Nur Otan”. Nazarova ritiene i recenti cambiamenti “un mucchio di polvere negli occhi”, tanto alle elezioni i candidati non controllati dall’alto possono arrivare al massimo al 30%, “ma non è il caso di rimanere con le mani in mano”.

Ad Almaty gli indipendenti hanno anche creato il movimento Altynšy Kantar (Sei Gennaio) per ricordare l’inizio delle proteste popolari del 2022, e la sanguinosa repressione che ne è seguita. Sarà guidato da Nazarova insieme all’avvocato Alnur Iljašev e ai giornalisti Dinara Egeubaeva e Duman Mukhammedkarim, tra i più insistenti nel chiedere la trasparenza sugli arresti di allora e la sorte dei prigionieri.

Al Mažilis, la camera bassa del Parlamento, sono in palio in tutto 107 seggi: 29 nei collegi uninominali, che vedono una media di 15 candidati per ognuno. I sette partiti politici ammessi ufficialmente, nessuno dei quali può essere considerato di opposizione, presentano in tutto 281 candidati. Il sistema elettorale misto è una delle novità di queste elezioni, che anticipano la scadenza della legislatura in seguito alle elezioni che hanno rieletto Tokaev presidente alla fine dello scorso anno.

La presidenza sostiene che l’allargamento del sistema delle candidature è un chiaro segno del corso intrapreso verso la piena democratizzazione della società kazaka. Come insistono gli indipendenti, a questo non corrisponde la liberalizzazione delle altre istituzioni e meccanismi del sistema, compresa la formazione delle commissioni elettorali e dei seggi, in cui gli scrutatori sono nominati dall’alto, e non viene lasciata una vera libertà agli osservatori.

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