Fiji sostengono l'ingresso della West Papua nell'organizzazione economica della Melanesia

Il leader del Movimento di liberazione unito per la Papua occidentale ha incontrato per la prima volta un capo di governo della regione. Insieme alla Conferenza delle Chiese del Pacifico, il premier figiano ha ribadito il proprio supporto all'adesione del movimento indipendentista come membro a pieno titolo del Melanesian Spearhead Group.


Manokwari (AsiaNews) - Le isole Fiji hanno annunciato di sostenere l’ingresso della Papua occidentale nel Melanesian Spearhead Group (MSG), un’organizzazione intergovernativa con lo scopo di favorire la crescita economica tra i Paesi della regione. La Papua occidentale, però, non è uno Stato indipendente, ma una provincia indonesiana che ha il ruolo di osservatore all’interno dell’organizzazione, mentre l’Indonesia quello di membro associato. Il suo ingresso a pieno titolo nel MSG è sostenuto anche dalla Conferenza delle Chiese del Pacifico (PCC), sulla falsariga dell'ammissione al blocco regionale del Fronte di liberazione nazionale socialista Kanak, un movimento indipendentista della Nuova Caledonia.

La settimana scorsa il primo ministro delle Figi, Sitiveni Rabuka, ha incontrato per la prima volta Benny Wenda, il leader del Movimento di liberazione unito per la Papua occidentale (ULMWP). Dopo l’incontro Rabuka ha twittato: “Sì, li sosterremo (riferendosi allo United Liberation Movement for West Papua) perché sono melanesiani. Sono più fiducioso di ottenere la piena adesione al MSG. Non do per scontato. Le dinamiche possono essere leggermente cambiate ma i principi sono gli stessi”.

Tuttavia il premier figiano ha anche precisato a RNZ Pacific che le “questioni di sovranità” dovranno essere affrontate. Wenda, invece, ha affermato che Rabuka lo ha accolto con cuore aperto e ha ascoltato le atrocità sulle violazioni dei diritti umani subite dagli indigeni papuasi: "Il popolo della Papua occidentale sta festeggiando perché dopo 16 anni qualcuno si è schierato dalla parte della Papua occidentale e ha sventolato insieme al presidente del Movimento di liberazione unito la bandiera con la Morning star”, simbolo degli indipendentisti. "Ci dà fiducia che la questione ora sia nelle mani della Melanesia", ha aggiunto Wenda.

Anche la Conferenza delle Chiese del Pacifico ha sostenuto il Movimento nella “sua continua richiesta di autodeterminazione del popolo della Papua occidentale e nel suo desiderio di porre fine agli abusi dei diritti umani perpetrati dalle forze di sicurezza indonesiane", si legge in una dichiarazione. “La PCC rinnova la sua posizione secondo cui l'ULMWP deve essere consultato dai governi, dalle Nazioni unite e dall'Unione europea sulle questioni relative alla Papua occidentale in quanto rappresentante riconosciuto del popolo papuasi” e chiede inoltre “di boicottare l'acquisto di tutti i prodotti indonesiani venduti nel Pacifico e di impegnarsi in attività e programmi organizzati o sostenuti dal governo indonesiano, come mezzo per attirare l'attenzione sulla difficile situazione del popolo papuasi”.

Più cauto è stato il primo ministro della Papua Nuova Guinea, James Marape, che in una conferenza stampa antecedente all’incontro tra Wenda e Rabuka aveva sottolineato che la sovranità dell'Indonesia sulla Papua deve essere rispettata. Marape ha detto che sebbene la Papua Nuova Guinea simpatizzi con i melanesiani della Papua occidentale, la provincia "rimane parte dell'Indonesia".

Il Melanesian Spearhead Group comprende i Paesi che si ritengono parte della Melanesia, ovvero le Fiji, il Fronte di liberazione nazionale socialista Kanak della Nuova Caledonia, la Papua Nuova Guinea, le isole Salomone e Vanuatu, a cui spetta la presidenza di turno. Anche Timor Est ha lo status di osservatore. Gli indipendentisti della Papua occidentale hanno presentato domanda di adesione due volte, nel 2015 e nel 2019. 

L’ULMWP è un’organizzazione ombrello nata a Vanuatu nel 2014 che riunisce i tre principali movimenti per l’indipendenza della Papua occidentale, staccatasi dall’altra provincia indonesiana di Papua nel 2003. Oggi gode, insieme ad altre province, di un ordinamento a sé stante.

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