Nel 2022 in India 84 blocchi di internet (oltre la metà in Kashmir)

Dopo la diminuzione degli anni della pandemia i dati del rapporto globale di Access Now registrano nel mondo una nuova crescita delle sospensioni della rete che diventano più lunghe e mirate a popolazioni specifiche. Anche Iran, Myanmar e Bangladesh tra i Paesi dove il fenomeno è stato registrato più volte. In India è una facoltà data "per ragioni di sicurezza" ai funzionari dei ministeri degli Interni a Delhi e nei singoli Stati.


New Delhi (AsiaNews) - Durante il 2022 l’India ha imposto ben 84 sospensioni di internet, confermandosi per il quinto anno consecutivo in cima alla lista delle nazioni che hanno ordinato la chiusura della rete. A riferirlo sono i dati della nuova edizione del rapporto della campagna #KeepItOn stilato a livello globale dalla coalizione Access Now.

Secondo il rapporto nel solo 2022 governi e altri attori nel mondo hanno interrotto internet almeno 187 volte in 35 Paesi, il numero più alto di nazioni registrato da quando nel 2016 è stata pubblicata la prima edizione. Non solo le interruzioni stanno tornando a crescere dopo una diminuzione all'apice della pandemia, ma stanno durando più a lungo, sono rivolte a popolazioni specifiche e vengono esercitate quando le persone hanno più bisogno di una connessione, anche durante le crisi umanitarie, le proteste di massa, i conflitti. Dietro all’India e alle 22 interruzioni dell’Ucraina (in questo caso legate ad azioni di forze esterne nel conflitto in corso), tra i Paesi dove la rete è stata disconnessa il maggior numero di volte figurano l’Iran (18), il Myanmar (7) e il Bangladesh (6).

Nel caso specifico dell’India nel 2022 internet è stato chiuso 49 volte nel Jammu e Kashmir, il numero più alto di tutti gli Stati del Paese. Tra queste, una serie di 16 ordini di chiusura di tre giorni consecutivi si è susseguita tra il gennaio e il febbraio 2022. Le autorità del Rajasthan hanno imposto chiusure in 12 diverse occasioni, seguite da quelle del West Bengal, che hanno ordinato chiusure per sette volte.

Dal 2016 a oggi, il 58% di tutte le sospensioni della rete documentate a livello globale sono avvenute proprio in India. Attualmente nel Paese la materia è regolata dalle norme del 2017 sulla sospensione temporanea dei servizi di telecomunicazione per “emergenza pubblica o sicurezza”. Le regole conferiscono direttamente agli alti funzionari del Ministero dell'Interno, a livello centrale e statale, il potere di ordinare le interruzioni.

“L'India ha chiuso Internet più di qualsiasi altro Paese: sono 84 attacchi ai diritti fondamentali nella più grande democrazia del mondo”, ha dichiarato Raman Jit Singh Chima, consulente internazionale senior e direttore delle politiche per l'Asia e il Pacifico di Access Now.

Qualcosa però si sta muovendo in proposito: per la prima volta il numero complessivo delle interruzioni in India è sceso sotto quota 100. La stessa Commissione parlamentare permanente per le comunicazioni e le tecnologie dell'informazione all’inizio di questo mese ha espresso preoccupazione per il fenomeno e ha denunciato il dipartimento delle Telecomunicazioni per la mancata conservazione del registro degli incidenti e l’assenza di azioni su molte segnalazioni.

Anche gli operatori di telecomunicazioni hanno sollevato il problema dei danni dovuti all’interruzione dell’attività a causa dei blocchi. “Le persone migrano verso altri servizi durante le interruzioni. È necessario un modello di entrate fisse per compensare queste perdite”, ha dichiarato a The Indian Express SP Kochhar, direttore generale della Cellular Operators Association of India, che rappresenta le tre società di telecomunicazioni indiane.

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