Mons. Chow a Pechino il 17 aprile: il ponte e le sfide
di Giorgio Bernardelli

Accolto l'invito giunto dall'arcidiocesi di Pechino. L'ultimo precedente risale al viaggio di mons. John Tong nel 2008 per le Olimpiadi, ma in quell'occasione non gli fu permesso di incontrare il vescovo della capitale Li Shan, oggi alla guida dell'Associazione patriottica. Nella delegazione ci sarà anche l'ausiliare mons. Joseph Ha, che nel 2019 fu molto vicino ai giovani delle proteste stroncate a Hong Kong con la Legge sulla sicurezza nazionale e gli arresti.


Milano (AsiaNews) - Il vescovo di Hong Kong mons. Stephen Chow si recherà a Pechino il 17 aprile per una visita di cinque giorni. L’annuncio è stato dato ieri con un comunicato ufficiale dalla diocesi in cui si spiega che mons. Chow ha accolto un invito ufficiale proveniente dal vescovo di Pechino Joseph Li Shan e che insieme a lui nella capitale cinese si recheranno anche il vescovo ausiliare mons. Joseph Ha e il vicario generale della diocesi p. Peter Choy.

L’annuncio di questo viaggio è un fatto molto importante per la Chiesa in Cina. Come ricordavamo qualche mese fa su AsiaNews, fu il card. Wu negli anni Ottanta ad aprire la strada a queste visite. Ma negli ultimi anni la situazione politica le ha rese molto più complesse: il più recente viaggio a Pechino di un vescovo di Hong Kong risale al 2008, quando a essere invitato a partecipare alla cerimonia di apertura delle olimpiadi fu l’allora vescovo coadiutore mons. John Tong. In quell’occasione però al presule - che pochi mesi dopo sarebbe succeduto al card. Zen alla guida della diocesi di Hong Kong – non fu permesso di incontrare il vescovo Li Shan, nominato l’anno prima con l’assenso di Benedetto XVI. “Ho potuto salutarlo almeno per telefono - raccontò mons. Tong in quell’occasione ad AsiaNews - anche se, per timore che il telefono fosse controllato, la nostra conversazione è stata un po’ generica. Ho detto a lui che lo sosteniamo e preghiamo per la sua diocesi”.

Ben diverso sarà il profilo di questo viaggio, anche considerando il fatto che nel frattempo - la scorsa estate - mons. Li Shan è stato nominato presidente dell’Associazione patriottica dei cattolici cinesi, l’organismo “ufficiale” promosso dal Partito comunista. Mons. Chow - riprendendo un’immagine che ha voluto nel suo stemma episcopale - anche in occasione di quest’annuncio ha ribadito la missione della diocesi di Hong Kong di essere un ponte che promuove gli scambi e le interazioni con la Cina continentale. La nota spiega che oltre all'incontro con mons. Li Shan, a Pechino il vescovo Chow e la delegazione incontreranno anche altri vescovi, membri del clero e laici locali. Visiteranno anche il Seminario maggiore di Pechino, il Seminario nazionale della Chiesa cattolica in Cina e altre realtà rilevanti per le questioni religiose.

Al suo arrivo a Pechino il 17 aprile, mons. Chow parteciperà alla liturgia dei vespri e celebrerà una Messa di ringraziamento nella cattedrale. La sua visita comprenderà anche la preghiera sulla tomba di p. Matteo Ricci, il grande missionario gesuita del Seicento dichiarato venerabile pochi mesi fa. Il comunicato ufficiale parla poi anche di “visite a organizzazioni che promuovono gli scambi culturali e incontri con amici di Hong Kong che lavorano a Pechino” e invita i fedeli “alla preghiera per il buon esito della visita”.

C’è però anche un altro dettaglio riguardo a questa visita che vale la pena di segnalare: il fatto che mons. Chow nella visita non sarà solo, ma verrà accompagnato dal vicario generale p. Peter Choy e dal vescovo ausiliare mons. Joseph Ha. Vale la pena di ricordare che durante le proteste che nel 2019 infiammarono Hong Kong e che hanno portato alla durissima repressione di Pechino, mons. Ha prese ripetutamente posizione in favore dei giovani che scendevano in piazza. Sua fu l’ultima omelia nel 2020 alla Messa che ogni anno veniva celebrata in occasione della veglia per le vittime di piazza Tiananmen. Tutte iniziative rese poi impossibili a Hong Kong dalla famigerata Legge sulla sicurezza nazionale, in forza della quale i leader del movimento pro-democrazia oggi sono tutti in carcere (e proprio ieri è stata arrestata anche la sindacalista cattolica Elizabeth Tang).

La presenza di mons. Ha accanto al vescovo Chow a Pechino è il segno che nel suo desiderio di essere un ponte la Chiesa di Hong Kong non rinnega la sua storia di questi anni. Sul senso dell’accoglienza di questo invito proprio in un momento così duro per Hong Kong, valgono probabilmente le parole che già un anno fa scriveva mons. Chow commentando gli spazi di libertà sempre più stretti: “Accettare il cambiamento della realtà in cui ci troviamo a vivere non significa approvarlo. Ma imparare a discernere nuove possibilità con una mentalità creativa in mezzo alle tensioni del contesto che cambia è la strada da seguire”.  

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