Frana alle isole Natuna, 48 i morti
di Mathias Hariyadi

La tragedia è avvenuta dopo sei giorni di piogge forti che hanno interrotto le linee di comunicazione. Anche per questo le notizie stanno emergendo con una settimana di ritardo. Migliaia di persone devono ancora essere evacuate. La Chiesa locale ha inviato i primi aiuti, ma la zona in cui è avvenuto il disastro è molto remota.


Jakarta (AsiaNews) - Sono 48 i morti accertati finora dopo una frana avvenuta a Serasan, nelle isole Natuna, un arcipelago di 272 nel Mar cinese meridionale che a livello amministrativo fa parte della provincia delle Isole Riau. Si tratta di un territorio che dista alcuni giorni di viaggio dall’isola di Sumatra.

Il 6 marzo, dopo 6 giorni di piogge torrenziali, macerie e detriti hanno sepolto case e persone: oltre a 48 morti, ci sono migliaia di sfollati, ha dichiarato oggi il portavoce del distretto di Natuna, Patli Muhamad: "Almeno 2.835 persone stanno ancora cercando riparo" in uno dei sei rifugi di emergenza presenti in tutta l’isola, ha detto il funzionario. 

Dopo la frana, l’amministrazione della reggenza di Natuna ha annunciato che avrebbe ricollocato fino a 100 famiglie in nuove abitazioni, ma l’evacuazione è ancora in corso, ha spiegato il portavoce, nonostante ci siano diverse difficoltà tecniche. La frana infatti ha danneggiato le infrastrutture di comunicazione, ostacolando i già complicati sforzi di salvataggio. Anche per questo le notizie legate all’incidente stanno emergendo con una settimana di ritardo.

L’alto numero dei morti è dovuto al fatto che diverse persone si trovavano su un pendio mentre tentavano di ripulire la zona dai detriti portati dalle piogge nei giorni precedenti. “La frana si è verificata quando molte persone stavano lavorando”, ha detto Abdul Muhari, portavoce dell'Agenzia indonesiana per la mitigazione e la gestione dei disastri. “Il miglioramento delle condizioni metereologiche di questi giorni ha aiutato il processo di ricerca ed evacuazione”. 

Parlando con AsiaNews oggi dall'isola di Natuna, p. Agus Tarnanu, sacerdote della diocesi di Pangkalpinang, ha spiegato che "il villaggio di Serasan, la località più colpita, è molto lontano sia da Pangkalpinang - capoluogo della provincia di Riau Kepri - sia dalla mia chiesa parrocchiale di Natuna. Il sottodistretto di Serasan è molto più vicino a Pontianak, la capitale della provincia del Kalimantan occidentale, dalla quale ci si mette 6 ore in nave per arrivare”. (v. mappa)

Al momento non sono state registrate vittime appartenenti alla comunità cattolica. “La diocesi di Pangkalpinang, attraverso la chiesa parrocchiale di San Paolo, ha effettuato un primo invio di aiuti umanitari a Serasan”, ha aggiunto il sacerdote.

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