Mindoro, recuperata petroliera affondata. A rischio 36mila ettari di barriera corallina

L'incidente era avvenuto tre settimane fa, causando un grave disastro ambientale. Sono tre le province dell'isola colpite dopo la sospensione della attività di pesca e di balneazione. L'operazione di recupero è stata resa possibile grazie a macchinari di origine giapponese. Potrebbero volerci anni per il rispristino dell'ecosistema.


Manila (AsiaNews) - È stata recuperata dopo tre settimane la petroliera MT Princess Empire affondata al largo dell’isola di Mindoro e la cui fuoriuscita di carburante ha raggiunto le cose di tre province delle Filippine.

La nave stava trasportando circa 800mila litri di petrolio quando il 28 febbraio si è capovolta ed è affondata. Il suo ritrovamento, avvenuto oggi grazie a macchinari di origine giapponese, è stato ritenuto cruciale per bloccare la fuoriuscita di carburante. Il governatore di Mindoro orientale, Humerlito Dolor, ha spiegato in conferenza stampa che era urgente tappare le perdite ed estrarre tutto il petrolio rimanente dalla petroliera, dopo che le autorità locali hanno imposto divieti di pesca e di balneazione nelle aree colpite, con conseguenti interruzioni delle attività turistiche.

Secondo gli esperti, circa 36mila ettari di barriera corallina potrebbero essere danneggiati dall’affondamento della nave. Oltre alla provincia di Mindoro orientale, sono state raggiunte dal petrolio anche quelle di Palawan e Antique. Gli ambientalisti hanno sottolineato la necessità di contenere la fuoriuscita di petrolio nel minor tempo possibile, perché il combustibile resta in un primo momento allo strato superficiale e poi affondando, invece, si disperde rapidamente contaminando i fondali, i coralli e le mangrovie, e rendendo più difficoltoso il suo recupero.

Divius de Jesus, specialista che lavora per l’organizzazione Oceana, ha spiegato che potrebbero essere colpiti anche i pesci e altre specie marine pescate dai pescatori, che potrebbero risentirne a livello economico. L’isola di Mindoro è inoltre un importante centro turistico in rapida crescita. Nel 2021 solo la provincia orientale ha ospitato oltre 70mila turisti nazionali e stranieri.

L’attivista di Greenpeace Jefferson Chua ha raccontato a Rappler la propria esperienza con la fuoriuscita di petrolio di Guimaras, dopo la quale diversi prodotti ittici erano stati vietati alla vendita: ci sono voluti anni, ha aggiunto, per riportare le acque a un livello sicuro e ripristinare l'ecosistema marino.

Secondo un rapporto pubblicato una settimana fa dal Consiglio nazionale per la gestione e il contenimento delle catastrofi, almeno 145.223 persone, 13 aree marine protette e oltre 60 attrazioni turistiche sono state colpite dalla perdita di petrolio.

Il Giappone ha inviato anche una squadra della guardia costiera per aiutare le Filippine a ripulire le acque, mentre la National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti lavorerà a stretto contatto con le Filippine per condurre indagini ambientali, ha fatto sapere l’ambasciata americana a Manila.