Domani il nuovo vescovo di Shanghai: in pole mons. Shen Bin

Il favorito è l’attuale pastore di Haimen. È capo del Consiglio dei vescovi cinesi, organismo fedele al Partito comunista. La diocesi cittadina è nei fatti vacante da 10 anni, dalla morte di mons. Jin Luxian. Il successore, mons. Ma Daqin, è agli arresti domiciliari dal 2012. L’8 settembre 2021 l’ultima investitura episcopale in Cina.


Roma (AsiaNews) – Domani si insedia il nuovo vescovo di Shanghai. AsiaNews ha potuto visionare una circolare delle autorità locali che invita i sacerdoti della diocesi a partecipare alla celebrazione. Il documento non fa il nome, ma con ogni probabilità la scelta è caduta su mons. Shen Bin, attuale pastore della vicina Haimen (Jiangsu). Riconosciuto dalla Santa Sede e dal governo cinese fin dalla sua ordinazione, avvenuta nel 2010, secondo diverse voci egli si troverebbe in città già da ieri.

La stella di mons. Shen è in ascesa. È capo del Consiglio dei vescovi cinesi, organismo non riconosciuto dalla Santa Sede e legato al Partito comunista cinese (Pcc). Dallo scorso mese è tra gli 11 rappresentanti cattolici – e tra i vice presidenti – della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (Cpcpc), che insieme alla ben più importante Assemblea nazionale del popolo è chiamata a formalizzare decisioni già prese dal presidente Xi Jinping e dalla leadership del Partito.

La sede vescovile di Shanghai è nei fatti vacante da 10 anni, dalla morte nell’aprile 2013 di mons. Aloyisius Jin Luxian, vescovo “ufficiale” dal 1988, quindi scelto dalla Chiesa "patriottica" fedele al Pcc.

Nel 2005 mons. Jin si riconcilia con il papa. La Santa Sede stabilisce che mons. Giuseppe Fan Zhongliang sia il vescovo ordinario e mons. Jin l'ausiliare. Essendo entrambi molto anziani, il Vaticano chiede loro di pensare a un loro successore, che trovano in mons. Giuseppe Xing Wenzhi.

Nel 2012 mons. Xing dà le dimissioni, le cui ragioni sono ancora da chiarire, e nel 2014 muore anche mons. Fan. La Chiesa di Shanghai procede alla scelta di un nuovo vescovo ausiliare nella persona di Taddeo Ma Daqin, ordinato con mandato papale e accettato dal governo. Dal 2012 mons. Ma è però agli arresti domiciliari nel seminario di Sheshan per aver osato dimettersi dall’Associazione patriottica subito dopo l’ordinazione episcopale. Sebbene in seguito egli sia ritornato nell’organismo dipendente dal Partito, il governo non lo riconosce come vescovo della diocesi e i fedeli non hanno possibilità di incontrarlo.

La firma nel 2018, e il rinnovo nell’ottobre 2020 e 2022, dell’Accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi non ha fermato la persecuzione nei confronti degli esponenti cattolici, soprattutto di quelli non ufficiali (sotterranei). A novembre la Santa Sede ha denunciato la violazione dell’intesa da parte delle autorità cinesi con la nomina di mons. Giovanni Peng Weizhao come vescovo ausiliare della diocesi di Jiangxi. Nonostante le molte sedi vacanti è dall’8 settembre 2021 che non avviene alcuna investitura di un vescovo in Cina.

AsiaN_Sha.jpg