Lotta alla malnutrizione, operatori contro gli 'integratori' dell'Unicef
di Nirmala Carvalho

Fa discutere in India il sostegno dell'organismo dell'Onu alla diffusione di nutrienti a base di lipidi come soluzione a un problema che tocca in forma grave oltre 900mila bambini. Organizzazioni denunciano interessi economici. La via promossa dalla Welfare Society for Destitute Children nei villaggi del Maharashtra: "Attività con le famiglie più povere per promuovere una nutrizione sana, ma in linea con le abitudini alimentari tradizionali".


AsiaNews (Mumbai) – L’Unicef vuole spingere la diffusione su ampia scala di integratori di nutrienti a base di lipidi (SQ-LNS) per combattere la malnutrizione dei bambini. Ma non è questa la strada giusta per affrontare davvero il problema. È quanto sostengono in India numerose realtà impegnate sul fronte di questa emergenza che nel Paese vede ancora almeno 920mila bambini soffrire per forme di malnutrizione grave.

Come risposta l’Unicef sta spingendo i Paesi ad acquistare gli SQ-LNS, integratori alimentari realizzati con pasta di legumi, frutta secca, latte in polvere con l’aggiunta di sali minerali e micro-nutrienti da distribuire ai bambini di 6-24 mesi di età. Un sistema che quanti si oppongono definiscono una scorciatoia al problema della povertà, per di più esposta a pesanti conflitti di interessi con le aziende produttrici. Nei giorni scorsi l’International Baby Food Action Network (Ibfan) ha denunciato espressamente il coinvolgimento diretto di un’azienda produttrice - la francese Nutriset - nei test condotti dall’agenzia dell’Onu sull’efficacia nutrizionale di questi integratori.

Ma al di là dell’aspetto economico c’è il tema del modo in cui questo tipo di interventi vanno a toccare fattori culturali come le abitudini alimentari e l'accettazione del cibo. Ne è convinto anche fr. Joseph, il religioso che nello Stato indiano del Maharashtra porta avanti la Welfare Society for Destitute Children una delle opere fondate ormai sessant’anni fa da p. Anthony Elenjimittam, con il St. Catherine of Siena Orphanage. “Siamo impegnati nella lotta alla malnutrizione a Murbad, una sottodivisione del distretto di Thane che conta oltre 90 villaggi - racconta -. Lavoriamo proprio sulle abitudini alimentari, promuovendo comportamenti sani. In queste aree rurali remote, attualmente i nostri assistenti sociali promuovono attività con 150 le famiglie che partecipano ai nostri programmi. Incoraggiamo le donne e i bambini a sottoporsi regolarmente a visite mediche. Quando il cibo che consumano non è nutriente, insistono sull'importanza di dare loro alimenti nutrienti ad alto contenuto di proteine, ferro e minerali, ma in linea con le loro abitudini alimentari tradizionali”.

In sintesi: gli integratori alimentari possono essere importanti, ma là dove servono davvero. E senza dimenticare che la malnutrizione è una conseguenza della povertà che è l’ambito su cui occorre in maniera prioritaria intervenire. Fr. Joseph ricorda, infine, come questi interventi siano offerti a tutti in maniera gratuita, senza discriminazioni di casta e di fede, secondo la visione e la missione di p. Anthony Elenjimittam.

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