Card. Ranjith: la lotta per la giustizia un segno della Resurrezione a Colombo
di Melani Manel Perera

Nell'omelia di Pasqua l'arcivescovo ha ricordato il primo anniversario dall'inizio il 9 aprile 2022 delle proteste che hanno portato alla caduta del presidente Rajapaksa. "I giovani hanno mostrato coraggio, non possiamo rassegnarci al male". Ricordate in una celebrazione interreligiosa le vittime della repressione delle manifestazioni.


Colombo (AsiaNews) - La lotta della popolazione dello Sri Lanka per la difesa dei propri diritti nella grave situazione in cui versa il Paese è una testimonianza della vita nuova trasmessa dal Risorto. Lo ha detto l’arcivescovo di Colombo, il card. Malcom Ranjith, nella sua omelia pronunciata nella cattedrale in occasione della Pasqua. Un messaggio legato al fatto che proprio nelle stesse ore lo Sri Lanka ha ricordato il primo anniversario dell’inizio dell’Aragalaya, la sollevazione popolare cominciata il 9 aprile 2022 e che avrebbe poi portato in luglio alle dimissioni dell'allora presidente Gotabhaya Rajapaksa.

Il card. Ranjith ha osservato che “il cristianesimo è una fede di persone che sanno sorridere anche in mezzo ai problemi. Questa è la resurrezione. Ed è quanto Gesù ha mostrato sulla croce: ha sfidato gli atteggiamenti negativi della vita”. “Alcuni – ha proseguito la sua omelia - dicono di non cercare di cambiare, ma di lasciare che le cose vadano avanti da sole. Invece i giovani che sono andati in piazza davanti al Parlamento volevano essere artefici del cambiamento di questo Paese. Hanno mostrato coraggio. E la resurrezione significa proprio questo”.

“Se invece ci lasciamo vincere dalla forza dell'abitudine, lasciamo andare le cose, non ci opponiamo più al male. Siamo noi a dover cambiare. Come cristiani, dobbiamo impegnarci: questa è la resurrezione”.

L’anniversario dell’inizio delle proteste è stato ricordato domenica mattina al Galle Face Green con un vento a cui hanno partecipato leader religiosi tra cui monaci buddisti, un sacerdote metodista, una suora cattolica, rappresentanti musulmani e diversi attivisti della società civile. Erano presenti anche i parenti delle persone che sono morte nell’Aragalaya.

Durante la commemorazione, gli organizzatori hanno inaugurato un monumento commemorativo, acceso lampade ed eseguito riti religiosi in memoria delle vittime della repressione. Una dei leader della protesta, Ajantha Perera ha affermato che se nel Paese si è creata una situazione di progresso rispetto all'anno 2022, è grazie alla lotta della gente. “Vediamo che anche l’attuale governo sta lavorando per trasformare la lotta del popolo in terrorismo attraverso varie leggi, ma noi diciamo che non abbiamo paura di loro. A prescindere dalle minacce e dagli ostacoli, continueremo a portare avanti questa lotta per ottenere il cambiamento che vogliamo in questo Paese”.

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