Procuratore generale: è irrevocabile la condanna a morte dei tre cattolici indonesiani
di Benteng Reges

Nuovo annuncio di Abdul Rahman Saleh che fissa entro aprile l'esecuzione di Tibo e dei suoi compagni, condannati per le violenze a Poso del 2000. Parroco a Tentena rifiuta di accompagnare i tre davanti al plotone; ma la presenza di un prete è necessaria per legge affinché si possa portare a termine la sentenza.


Jakarta (AsiaNews) – Ennesimo passo indietro nel caso dei tre cattolici indonesiani condannati a morte per le violenze del 2000 a Poso, provincia delle Sulawesi centrali. Oggi il procuratore generale Abdul Rahman Saleh ha ribadito che Fabianus Tibo, Dominggus "Domi" da Silva e Marinus Riwu verranno giustiziati "possibilmente entro aprile".

Si raffreddano così l'entusiasmo e la speranza accesisi il primo aprile quando l'Ufficio del procuratore generale dello Stato aveva annunciato il rinvio dell'esecuzione, fissata in segreto proprio per domenica scorsa, a causa della mancanza di "documenti importanti".

Ieri il procuratore ha detto alla stampa che la revisione legale del caso da parte del gruppo di avvocati Padma, il sostegno morale di attivisti per i diritti umani e di leader di tutte le religioni non serviranno a cambiare il verdetto. "La sentenza capitale è definitiva", gli fa eco il portavoce dell'Ufficio di Saleh.

Il 3 aprile, intanto, il capo dell'Ufficio del procuratore generale delle Sulawesi centrali, ufficiali della polizia e il sindaco di Palu si sono incontrati a porte chiuse con altri dirigenti dell'amministrazione provinciale per pianificare l'esecuzione.

La notizia ha alimentato nuove critiche e denunce da parte della società civile. In molti ormai concordano sul fatto che il processo ai tre cattolici sia stato dettato dalle pressioni dei fondamentalisti islamici e che Tibo e i suoi amici siano solo "capri espiatori".

A loro favore si sono schierati anche esponenti della comunità musulmana. Alamsyah Hanafiah, un avvocato, ha espresso la sua preoccupazione riguardo la "durezza" del Procuratore generale e alla sua indifferenza verso "la voce di gente senza speranza". L'avvocato musulmano dichiara di unirsi alle famiglie dei tre condannati e al Padma che hanno chiesto, per la seconda volta, la grazia al presidente Susilo Bambang Yudhoyono.

Protesta anche il parroco della chiesa di Tentena, a Poso, p. Tumbelaka. Il sacerdote annuncia che non accompagnerà i tre davanti al plotone. Secondo la legge la presenza di un prete cattolico è obbligatoria prima e dopo l'esecuzione di condannati cattolici.

Leader delle comunità religiose nelle Sulawesi centrali temono che l'eventuale morte di Tibo e dei suoi compagni possa accendere nuovi scontri nelle Sulawesi centrali, dove vivono in egual numero cristiani e musulmani. La provincia è già stata teatro di un violento conflitto interreligioso tra il 2000 e il 2001.