Commissione per i diritti umani a Wickremesinghe: stop a legge antiterrorismo
di Melani Manel Perera

Presentato il mese scorso il provvedimento interviene sulle norme varate nel 1979 contro la rivolta dei tamil ma mantiene ampi margini di arbitrarietà che la società civile teme venga utilizzata per reprimere ogni forma di protesta. Anche il card. Ranjith ha criticato aspramente il provvedimento che il presidente vorrebbe portare in Parlamento.


Colombo (Asia News) - La Commissione per i diritti umani dello Sri Lanka (Hrcsl) ha chiesto al presidente dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe di non portare in Parlamento la contestata riforma della legge antiterrorismo. Presentato il mese scorso il provvedimento interviene sulle norme varate nel 1979 contro la rivolta dei tamil, tuttora in vigora nonostante la guerra civile sia finita da ormai 15 anni. Era stato l’Onu nel 2021 a chiedere un intervento, ma la riforma che Wickremesinghe vorrebbe promulgare mantiene ampi margini di arbitrarietà nella mani delle forze di polizia che la società civile srilankese teme possa essere utilizzata per reprimere ogni forma di protesta.    

“Il disegno di legge, nel suo formato attuale, non dovrebbe essere presentato al Parlamento fino a quando non sarà concluso un dialogo nazionale - con un'ampia partecipazione - e le sue raccomandazioni non siano accompagnate da un chiaro piano d'azione”, scrive la Commissione per i diritti umani in una lettera indirizzata al capo dello Stato. Questo dialogo “dimostrerà l'impegno del governo a garantire e costruire ulteriore pace e armonia tra i cittadini”. L’Hrcsl sottolinea che per affrontare realmente la questione della legge antiterrorismo è indispensabile valutare in maniera più approfondita gli esiti del processo di pace e riconciliazione, che non riguarda solo le comunità del nord e dell'est dello Sri Lanka, ma anche quelle colpite dalle rivolte nel sud negli anni '70 e '80.

Contro il disegno di legge antiterrorismo si sono espressi in queste settimane anche numerosi leader religiosi del Paese tra cui l’arcivescovo di Colombo il card. Malcolm Ranjith. “La pena di morte è stata ridotta in tutto il mondo, ma il governo dello Sri Lanka l’ha inclusa ancora in questa legge”, aveva dichiarato il porporato lo scorso 4 aprile. “Se il presidente vuole, può bandire anche un partito politico attraverso la nuova legge. Il disegno di legge è stato presentato per controllare le proteste”.

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