Karachi celebra i 75 anni dell'arcidiocesi. Mons. Travas: 'Un cuore nuovo per tutti'
di Shafique Khokhar

Nella solennità di Pentecoste l'inizio delle celebrazione del Giubileo di diamante. Il monito dell'arcivescovo: "Abbiamo sempre lavorato non per il nostro profitto, ma per lo sviluppo e il progresso dell'intero Paese. Non guardiamo fuori per condannare e sminuire gli altri, ma rinnoviamoci mettendo Gesù al centro".


Karachi (AsiaNews) - Con una solenne celebrazione eucaristica presieduta sul sagrato della cattedrale di Saint Patrick dall’arcivescovo Benny Mario Travas, la Chiesa cattolica di Karachi ha dato inizio nella solennità di Pentecoste alle celebrazioni per il Giubileo di diamante, in occasione dei 75 anni dalla sua fondazione. Migliaia di persone di ogni ceto sociale - insieme al card. Joseph Coutts, arcivescovo emerito di Karachi, i vescovi delle altre diocesi del Pakistan, sacerdoti e suore - si sono riuniti per questo grande evento e hanno pregato per l'arcidiocesi animando la celebrazione con canti e inni e preghiere.  Anche papa Francesco ha voluto inviare per l’occasione un messaggio augurale all'arcidiocesi.

Con la creazione del Pakistan nel 1947, la diocesi di Karachi fu separata dall'arcidiocesi di Bombay e resa un'entità separata il 28 maggio 1948. Il 15 luglio 1950 venne elevata poi al rango di arcidiocesi. In questi 75 anni la comunità cattolica è cresciuta con la città: oggi conta 15 parrocchie al servizio di una metropoli che conta oggi oltre 22 milioni di abitanti.

A Karachi la Chiesa cattolica, accanto al suo servizio pastorale, ha svolto un ruolo vitale e significativo nella metropoli e nello sviluppo del Pakistan nel campo dell'istruzione e della sanità. Dalla sua creazione ha fondato ben 62 nuove scuole che hanno formato generazioni di personalità nella comunità cattolica, ma anche nella società pachistana nel suo insieme. L'Ospedale della Sacra Famiglia (fondato nel 1948) è uno dei più antichi ospedali che offrono assistenza medica alla popolazione di Karachi. Senza dimenticare Darul Sukun la “Casa della pace” fondata nel 1969 per l’accoglienza a bambini e adulti con disabilità fisiche e mentali e uomini e donne in condizioni di povertà o altri bisogni. E poi il Centro per lebbrosi Marie Adelaide  che dal 1956 che offre cure per la lebbra e un centro di riabilitazione, gratuito per i pazienti.

“Riflettere, gioire e rinnovare” è il tema scelto per le celebrazioni che cureranno un intero anno. Un invito – ha spiegato il vicario generale p. Edward Joseph – rendere grazie per il cammino compiuto ma anche a “continuare a lavorare per la diocesi con gioia, indipendentemente dalle circostanze, perché la nostra speranza è nel Signore”. “Chiediamo a Dio di darci un cuore nuovo e uno spirito nuovo”, ha commentato nell’omelia l’arcivescovo Travas che ha invitato anche a chiedere perdono al Signore e a perdonarsi a vicenda per gli errori compiuti in questi 75 anni.

“L'arcidiocesi – ha ricordato ancora mons. Travas - ha sempre accolto tutti i gruppi etnici che sono arrivati in diocesi, dimostrando il suo amore per la diversità e l'accettazione degli altri. Cattolico significa universale; il cuore dell'arcidiocesi di Karachi è stato il cuore dei sofferenti; la diocesi, grazie al lavoro dei suoi missionari locali e stranieri, ha costruito tante istituzioni per la cura di coloro che soffrono nella società, come gli orfani, i lebbrosi, i disabili fisici e mentali, i tossicodipendenti e così via. La diocesi non ha lavorato per il proprio profitto, ma per lo sviluppo e il progresso dell'intero Paese”.

Ma il tempo presente chiama anche la Chiesa di Karachi a nuove sfide. “Non guardiamo fuori per condannare e sminuire gli altri – ha detto ancora l’arcivescovo - ma guardiamo dentro di noi per mostrare amore e compassione. Se vogliamo davvero portare nuovi cambiamenti positivi nella nostra diocesi, dobbiamo porre il volto di Gesù al centro, perché solo Lui può guidarci”.

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