L'accordo, il primo di questo tipo tra la Cina e un Paese occidentale, entrerà in pieno vigore in due anni. Il premier Wen, durante la visita, contestato sul problema della libertà e dei diritti umani.
Pechino (AsiaNews/Scmp) Cina e Nuova Zelanda firmano accordi commerciali e di cooperazione e vogliono eliminare i dazi tra i due Paesi. Ieri il premier Wen Jiabao, tuttavia, è stato contestato dai media locali sul problema della libertà e del rispetto dei diritti.
I premier dei due Stati, Wen Jiabao e Helen Clark, hanno concordato ieri di abolire entro due anni i dazi all'importazione tra i loro Paesi: ora i vari aspetti saranno esaminati da apposite delegazioni, che predisporranno l'accordo definitivo. Pechino ha interesse ad acquistare cibo a minor prezzo, ma teme la concorrenza delle merci neozelandesi nel settore agricolo e, in specie, caseario; Wellington è preoccupata di essere invasa nel settore delle manifatture e chiede una progressiva riduzione dei dazi, per sedare i rispettivi timori.
E' il primo accordo per il libero commercio ha ricordato Wen, arrivato nel Paese la notte del 5 aprile - tra la Cina e "un Paese occidentale sviluppato". Altri accordi hanno riguardato la collaborazione legale specie in campo penale, gli scambi culturali, l'istruzione e la formazione professionale.
Nella conferenza stampa, le domande hanno toccato il problema dei diritti umani e della libertà in Cina. Pechino - ha risposto Wen - è riuscita a sfamare una popolazione di 1,3 miliardi di persone ed a portare 200 milioni di persone fuori dalla povertà. "Una persona povera ha aggiunto non è libera di parlare". "La popolazione ora sperimenta una maggiore libertà nella scelta del lavoro, nel cambiare città, nell'andare come turista in altri Paesi e nel poter scegliere l'informazione".
"Non siamo perfetti - ha riconosciuto nel rispetto dei diritti umani", ma il Paese deve ancora darsi strutture economiche avanzate e riformare il sistema politico e pensionistico.
"Sono convinto ha concluso che nel futuro avremo una molto maggior tutela dei diritti fondamentali del popolo cinese". Non ha chiarito meglio, comunque, quali siano questi diritti e come e quando ci sarà questa maggior tutela.
Circa 50 adepti del Falun Gong hanno dimostrato davanti al Parlamento dove era in corso la conferenza stampa. Non è vero ha detto Liu Yi, fuggito dalla Cina nel 2002 per poter praticare questo credo che ora in Cina ci sia maggiore libertà. "Prima dice Liu la gente non viaggiava all'estero perché non ne aveva la possibilità economica. E molti contadini che lasciano la campagna, hanno poi difficoltà ad ottenere il permesso di residenza per la città". (PB)