La ‘Greta del Manipur’ Licypriya Kangujam dal Papa per la fine delle violenze
di Nirmala Carvalho

L’11enne ha trascorso cinque giorni in Italia in concomitanza con la Giornata mondiale dell’ambiente. Al pontefice la richiesta di aiuto per fermare gli scontri tra i Meitei e i gruppi tribali nello Stato del nord-est. La ragazza vuole impegnarsi per la costruzione di una scuola gratuita e aperta ai figli delle vittime di entrambe le parti in lotta: “Sarà un simbolo di pace per tutto il mondo".


Delhi (AsiaNews) - Riportare la pace nel Manipur. È la richiesta di aiuto lanciata dall’11enne ambientalista indiana Licypriya Kangujam - attiva nella lotta ai cambiamenti climatici a dispetto della giovane età e per questo conosciuta come la “Greta indiana” - a papa Francesco, durante l’incontro in Vaticano del 5 giugno. Sensibile ai temi legati all’ecologia, senza trascurare le violenze tribali che stanno insanguinando il nord-est, la giovane ha presentato un memorandum in cui esorta le nazioni ricche a pagare le perdite e i danni provocati dalla crisi climatica al sud del mondo. 

La giovane ha trascorso cinque giorni in Italia, in particolare a Roma dove ha partecipato agli eventi collegati a “Il Verde e Blu Festival”, in concomitanza con la Giornata mondiale dell’ambiente Unesco che si è celebrata in tutto il mondo proprio il 5 giugno. Il giorno stesso in cui l’ambientalista indiana, assieme ad altri 4 ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo, ha incontrato il pontefice il quale ha assicurato la sua preghiera e l’impegno per mettere fine agli scontri che proseguono da oltre un mese fra i Meitei e i gruppi tribali. 

Per quanto concerne l’ambiente, papa Francesco ha chiesto ai giovani di impegnarsi nella protezione della “casa comune” puntando l’attenzione sui disastri naturali che colpiscono sempre di più il pianeta, perché “proteggerlo” è un impegno e responsabilità di tutti di fronte a Dio. Durante il colloquio con il pontefice Licypriya Kangujam ha raccontato le violenze nel Manipur e consegnato un documento sulla “Educazione climatica” che andrebbe studiato in tutte le scuole cattoliche e negli istituti missionari nel mondo. Perché, ha aggiunto, non vi sarà “soluzione” al problema ambientale se non ci sarà al contempo una “educazione” alla tematica.

Rivolgendosi al papa, l’ambientalista ha sottolineato che “con il suo autorevole intervento” sarà possibile “fermare le violenze” fra la comunità kukis e gli indigeni Meitei nel Manipur. Entrambe le comunità stanno soffrendo, decine di persone sono morte e almeno 80mila - su entrambi i fronti - hanno perso le loro case in un solo mese di scontri. “I bambini - ha aggiunti - sperano disperatamente nella pace. Dovremmo vivere in pace e armonia, insieme”. E proprio pensando ai più piccoli, la giovane si vuole impegnare per la costruzione di una scuola gratuita e aperta ai figli delle vittime di entrambe le parti in lotta dal primo al 12mo grado. “L’istituzione - assicura - sarà un simbolo di pace per tutto il mondo. E verrà costruita in breve tempo”. 

Dopo l’impegno a Roma, Licypriya Kangujam è attesa a Parigi dal 19 al 24 giugno dove parteciperà a un incontro promosso dal presidente francese Emmanuel Macron sui temi dell’ambiente e dei cambiamenti climatici. Infine, il viaggio a Kigali, in Rwanda, dove il mese prossimo si incontrerà con diversi leader del continente africano, premi Nobel e funzionari delle Nazioni Unite ad un summit dove si parlerà anche delle violenze in Manipur e delle vie per riportare la pace. 

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