Diffuso il programma ufficiale del viaggio del pontefice che si terrà dal 31 agosto al 4 settembre. Il benvenuto davanti al monumento a Gengis Khan, nell'arena dell'hockey la Messa con i fedeli. Durante la visita inaugurerà la Casa della misericordia che la piccolissima Chiesa locale ha voluto per l'accoglienza dei poveri.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Sperare insieme”. Sarà questo il motto che scandirà dal 31 agosto al 4 settembre il viaggio apostolico di papa Francesco in Mongolia. A renderlo noto è stata oggi la Sala stampa vaticana insieme al logo che riprende la ger, la tradizionale tenda mongola, e al programma dettagliato. Saranno giornate scandite dagli incontri istituzionali, dalla Messa con la piccolissima comunità cattolica (appena 1500 cattolici) e i rapporti con le altre religioni, ma anche da un segno importante di speranza: l’inaugurazione nella capitale Ulan Bator della Casa della misericordia, una struttura di accoglienza per i poveri fortemente voluta dalla Chiesa locale.
Sarà un viaggio che porterà Francesco nel cuore della steppa, in un Paese immenso ma con soli 3,3 milioni di abitanti, incastonato tra la Russia e la Cina. Il pontefice partirà da Roma alle 18,30 di giovedì 31 agosto per un volo notturno che - dopo quasi dieci ore - lo porterà a Ulan Bator, unica città mongola toccata dal viaggio. Già la rotta sarà significativa perché è molto probabile che l’aereo sorvoli la Repubblica popolare cinese nella tormentata regione dello Xinjiang. Francesco atterrerà nella capitale mongola alle 10 locali di venerdì 1 settembre, giornata senza incontri o discorsi ufficiali per permettere al papa di riposare.
Sabato 2 settembre la giornata inizierà con la cerimonia di benvenuto ufficiale nella centrale piazza Sukhbaatar, dove un grande monumento ricorda la figura di Gengis Khan. La mattinata sarà poi scandita dagli incontri con il presidente, il primo ministro e il presidente del parlamento e dal discorso alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico nel Palazzo di Stato. Al pomeriggio, invece, il pontefice parlerà a sacerdoti, consacrati, missionari e operatori pastorali di questa Chiesa di frontiera rinata appena trent’anni fa: l’incontro avverrà nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, consacrata nel 2003 e che nella sua struttura architettonica circolare richiama proprio la ger mongola.
Domenica 3 settembre all’Hun Theatre l’incontro con i rappresentanti delle altre religioni in un Paese dove – finito il tempo dell’ateismo di Stato – oggi circa la metà della popolazione si professa buddhista ed è presente anche una significativa minoranza musulmana. Nel pomeriggio, poi, la Messa nella Steppe Arena, l’impianto al coperto dove si giocano le partite di hockey su ghiaccio a Ulan Bator. Infine, alla mattina di lunedì 4 settembre, si terrà l’inaugurazione della Casa della misericordia, nella parte nord della città, dove c’era una scuola delle suore di Saint Paul de Chartres che è stata trasformata in un luogo di accoglienza temporanea per i poveri.
Commentando il motto del viaggio la Sala stampa vaticana sottolinea come il tema della speranza tenga insieme i due volti del viaggio che รจ insieme una visita pastorale e una visita di Stato, e mira a promuovere la collaborazione bilaterale tra Santa Sede e Mongolia. “La presenza del Santo Padre rappresenta per questa piccola porzione di popolo di Dio un segno di grande speranza e di incoraggiamento e d’altra parte la Chiesa che è in Mongolia, con la sua piccolezza e marginalità, può offrire un segno di speranza per la Chiesa universale”.
Quanto al logo la mappa della Mongolia, tratteggiata con i colori della bandiera nazionale (rosso e blu) contiene al suo interno una ger dalla quale esce verso l’alto un fumo giallo (colore del Vaticano). Sulla destra della ger si staglia una croce con due scritte in verticale, nella lingua mongola tradizionale, che riprendono il motto “sperare insieme”.