A Pune una marcia per la vita contro la legge indiana sull'aborto
di Nirmala Carvalho

L'evento sarà guidato dal cardinale Oswald Gracias. L'arcivescovo di Pondicherry-Cuddalore, Francis Kalist, ha spiegato ad AsiaNews che a prendere l'iniziativa è stata l'ala giovanile del Catholic Charismatic Renewal Services. La legalizzazione dell'interruzione di gravidanza è stata progressivamente ampliata nonostante la maggior parte dei cittadini indiani di diversi gruppi religiosi sia contraria.


Pune (AsiaNews) - Si tiene oggi a Pune, nel Maharashtra, la “marcia per la vita” guidata dal cardinale Oswald Gracias contro la legge indiana sull’aborto, mentre in contemporanea una delegazione si dirigerà dalle autorità locali dello Stato per presentare un memorandum in favore dei diritti dei non nati.

L’evento inizierà con una mostra alla St Patrick's Cathedral Hall dalle ore 10 alle 12, a cui seguirà un incontro pubblico e poi la marcia. “Dio è un Dio di vita. Ma l'uomo lo ha lentamente dimenticato e vive e agisce in un modo che va contro la vita. Uno di questi è l'aborto. Si dice che nel nostro Paese si verifichino più di 15 milioni di aborti all'anno. Ciò è dovuto principalmente all'approvazione della legge sull'interruzione della gravidanza che ha legalizzato l’aborto il 10 agosto di 52 anni fa”, ha dichiarato ad AsiaNews Francis Kalist, arcivescovo di Pondicherry-Cuddalore e consigliere episcopale nazionale del Catholic Charismatic Renewal Services (CHARIS). Parlando dell’organizzazione ha continuato dicendo: “Abbiamo continuato a pregare e a discernere la volontà di Dio per cui abbiamo lanciato questo ministero. La cosa notevole è che l'ala giovanile di Charis India, la Youth United for Christ, ha preso l'iniziativa. Durante il periodo della pandemia abbiamo lanciato un programma online di 6 mesi, ogni sabato sera, con discorsi rilevanti sul diritto alla vita tenuti da figure note anche dall'estero”.

“Il programma, realizzato con l'incoraggiamento e il sostegno del cardinale Gracias, è stato molto seguito - ha continuato l’arcivescovo -. La marcia per la vita è uno delle attività per sensibilizzare le persone contro il male dell'aborto. L'anno scorso si è svolta a Delhi, quest'anno si terrà a Pune e l'anno prossimo sarà a Thrissur". 

Il dottor Pascal Carvalho, membro del Comitato per la vita umana dell'arcidiocesi di Mumbai ha spiegato ad AsiaNews: "Questa marcia per la vita è un evento per sottolineare l'importanza della sacralità della vita e per sostenere e difendere il diritto alla vita e la dignità dell'essere umano più indifeso e vulnerabile: il bambino non ancora nato”.

L’India ha legalizzato l’aborto fino alle prime 12 settimane di gravidanza e, in alcune circostanze, fino a 20 settimane il 10 agosto 1971. Da allora l'accesso legale all'aborto è stato ampliato diverse volte, l'ultima delle quali tramite una legge del parlamento del 2021 che permette di abortire in alcuni casi fino alla 24ma settimana. Inoltre, a dicembre dello scorso anno, un tribunale indiano ha permesso a una donna di interrompere la gravidanza di 33 settimane, anche se il consiglio medico dell'ospedale aveva informato la Corte di aver respinto la richiesta di interruzione considerato lo stadio avanzato della gestazione.

Secondo una ricerca dell’istituto Pew, almeno la metà degli adulti indiani appartenenti a diversi gruppi religiosi afferma che l'aborto dovrebbe essere illegale in tutti o nella maggior parte dei casi. Gli adulti per cui la religione è molto importante nella loro vita sono più propensi ad affermare che l'aborto dovrebbe essere illegale rispetto a coloro per i quali la religione è meno importante. 

“Per questo è molto importante che leader religiosi come il cardinale Gracias e l'arcivescovo Kalist siano presenti a eventi pubblici a favore della vita come questa marcia”, ha detto il dottor Carvalho, il quale ha anche fatto parte della Pontificia accademia per la vita del Vaticano. “Per mostrare il loro sostegno e difesa della promozione di una cultura della vita in India”.

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