L’Asean esclude il Myanmar dalla presidenza 2026. Collaborazione con Usa e Cina
di Mathias Hariyadi

Si chiude oggi a Jakarta il 43mo vertice dei Paesi del Sud-est asiatico. La decisione una risposta al golpe dei militari birmani e alle violenze commesse dal febbraio 2021. Presenti anche la vice-presidente Usa e il premier cinese, oltre a leader di Stato e governo. Entro il 2045 la regione contribuirà per il 5,4% al Pil globale. Jokowi: fiducia e cooperazione. 


Jakarta (AsiaNews) - Il Myanmar non assumerà la presidenza di turno del blocco regionale nel 2026, come previsto dalla naturale rotazione fra i Paesi membri. È questa la notizia di maggior peso, almeno a livello “politico”, emersa a conclusione del 43mo summit Asean (associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico) in programma dal 5 al 7 settembre a Jakarta, in Indonesia, e che si chiude oggi.

Alla base della decisione, fra i primi atti presi dagli Stati membri in apertura dell’incontro, le violenze e gli abusi compiuti dalla giunta birmana a partire dal golpe del febbraio 2021. In sostituzione di Naypyidaw, saranno le Filippine ad assumere la guida del blocco secondo un criterio di presidenza annuale che segue l’ordine alfabetico in inglese dei nomi dei Paesi membri.

Intervenendo ieri alla cerimonia ufficiale di inaugurazione il presidente indonesiano, e leader attuale del gruppo, Joko Widodo ha parlato di “fiducia reciproca” che permette ai Paesi del gruppo di “attuare una cooperazione concreta e vantaggiosa a livello reciproco”. Una fiducia, ha proseguito, che “deve essere costruita e mantenuta da tutte le parti” partendo dal “rispetto del diritto internazionale”. E rivolgendosi al premier cinese Li Qiang, Jokowi presente come rappresentante ufficiale di Pechino, Widodo ha confermato come la Cina sia un “partner strategico” del blocco Asean, nel ventennale delle relazioni ufficiali formalizzate nell’Accordo di amicizia e cooperazione.

Il presidente indonesiano ha proseguito affermando che è necessario trasformare questo rapporto in una “cooperazione concreta e vantaggiosa” solo se i vari Paesi sapranno fidarsi “l’uno dell’altro” e per questo serve l’impegno “di tutte le parti”. Al 43mo summit Asean hanno partecipato anche il primo ministro giapponese Fumio Kishida, il presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol, la vice-presidente Usa Kemala Haris, il premier australiano Anthony N. Albanese e l’omologo canadese Justin Trudeau. Rivolgendosi ai presenti, il capo dello Stato indonesiano ha confermato come la collaborazione con Washington - fra gli altri - sarà fattore di stabilizzazione e di prosperità per tutta la regione indo-pacifica.

Secondo le previsioni, rilanciate da Jokowi, entro il 2045 il Sud-est asiatico sarà la spina dorsale del commercio internazionale e contribuirà al 5,4% del Pil globale, a patto che siano garantiti la sicurezza e la stabilità della regione stessa. Parole accolte e rilanciate dalla vice-presidente Harris, che ha sottolineato “l’impegno duraturo” messo in campo dagli Stati Uniti verso il Sud-est asiatico e la regione più in generale, con la quale condivide “legami storici e valori comuni”. Del resto il flusso commerciale fra i due blocchi è garanzia già oggi di oltre 600mila posti di lavoro solo negli Usa e, in prospettiva, presenta molte “opportunità di crescita”.

Infine, gli Stati Uniti e il blocco Asean hanno ribadito la cooperazione in tema di difesa, sicurezza e stabilità per una regione “aperta, interconnessa, prospera, sicura e resistente” ha concluso la Harris.

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