Sri Lanka, boom di violenze online sui minori. Ma manca una legge per contrastarle
di Arundathie Abeysinghe

Secondo uno studio condotto dall’ong Save the Children, “tre bambini su 10 nello Sri Lanka hanno subito qualche tipo di violenza online”. Si va dal cyberbullismo, al traffico di minori, fino alla diffusione di materiale pedopornografico. Eppure il Paese non ha ancora una legislazione in materia


Colombo (AsiaNews) - In Sri Lanka si registra un aumento di casi di violenza online contro i bambini. Eppure il Paese non si è ancora dotato di una legge adeguata per arginare il fenomeno. La gamma di reati è allarmante e gli esperti hanno scoperto che si va dal cyberbullismo, al traffico di minori, fino alla diffusione di materiale pedopornografico. Gli analisti sono del parere che queste minacce continueranno ad aumentare, a meno che non vengano attuate urgentemente leggi per affrontarle. Secondo il comitato nominato dal presidente Ranil Wickremesinghe per studiare come sviluppare protezioni efficaci per i minori, attualmente questi crimini sono “a malapena affrontati dal codice di giustizia del Paese”.

Secondo uno studio del 2021 condotto dall’ong Save the Children, “tre bambini su 10 nello Sri Lanka hanno subito qualche tipo di violenza online. Lo studio ha inoltre rilevato che i genitori hanno una “significativa mancanza di consapevolezza riguardo al panorama digitale”. La maggior parte dei genitori aveva infatti una conoscenza limitata degli strumenti digitali e non aveva familiarità i rischi, inclusa la facoltà di implementare le misure di salvaguardia.

L’accademico Kavinda Amarasuriya ha rivelato ad AsiaNews che “le attuali misure per affrontare i contenuti dannosi sui socialmedia sono insufficienti data la loro gravità, soprattutto di quelli che prendono di mira direttamente o indirettamente i bambini. Una commissione indipendente potrebbe affrontare la questione attraverso il suo mandato e i suoi poteri, in particolare, nel richiedere misure correttive agli utenti. Lo Sri Lanka è molto indietro nell’affrontare un problema che aumenta ogni giorno, un problema di protezione dei minori che evolve ogni secondo a causa della natura stessa delle piattaforme online e dei media digitali”.

Nel frattempo, l’avvocato Tharushi Gamlath è del parere che “lo Sri Lanka è già messo alla prova nel rispondere ai problemi “tradizionali” di rischio per i minori e lo spazio online ha ricevuto ancora meno attenzione. Pertanto, è necessario che il coinvolgimento delle autorità vada oltre le autorità di polizia, gli agenti di protezione dei minori e quelli di libertà vigilata. Per contrastare questo problema, infatti è necessario prendere decisioni difficili e attuare adeguatamente le misure. I fornitori di servizi Internet devono essere regolamentati, in modo che possano individuare e bloccare i siti Web dannosi”, ha sottolineato Tharushi.

Secondo il Centro internazionale per i bambini scomparsi e sfruttati (ICMEC), che analizza le leggi sugli abusi sui minori a livello globale, lo Sri Lanka è uno dei 25 paesi al mondo a cui manca una legislazione per la prevenzione e la risposta al materiale pedopornografico. Questi materiali facilitati dalla tecnologia richiedono un approccio di alto livello che va oltre le disposizioni del Codice Penale (poiché può punire solo i trasgressori). 

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