Sri Lanka, le Tigri tamil boicottano i colloqui di pace

I ribelli nel nord-est, dove aumentano le  violenze, rinviano il secondo round di negoziati con Colombo "fino a che non sia tornata la normalità". Timori per la minaccia della ripresa della guerra civile.


Trincomalee (AsiaNews/Agenzie) – I ribelli delle Tigri tamil boicottano il secondo round di incontri di pace con il governo cingalese previsto per la prossima settimana a Ginevra. Lo ha reso noto oggi il leader politico delle Tigri, SP Thamilselvan, al termine di un incontro con il mediatore norvegese del processo di pace, Jon Hanssen-Bauer, svoltosi a Kilinochchi, nel nord.

La scelta è motivata dalle "recenti violenze contro civili tamil" nel nord-est del Paese. Con un comunicato i ribelli avvertono che non parteciperanno ai negoziati "fino a che non sia tornata la normalità". Dopo il primo round di colloqui, sempre a Ginevra, nel febbraio scorso, il secondo era previsto inizialmente per il 19 e il 20 aprile, ma era stato posticipato al 24 e 25 aprile.

Decine di persone sono state uccise nel nord e nell'est in un'escalation di violenze cominciata lo scorso 8 aprile. Da oltre una settimana la situazione è critica a Trincomalee, dove più di mille abitanti hanno lasciato le loro case dopo l'attentato a un mercato il 12 aprile.

Le Tigri lottano per l'autonomia della minoranza tamil nel nord e nell'est dello Sri Lanka. Più di 60 mila persone sono morte durante 20 anni di conflitto. La ripresa dei negoziati, in stallo dal 2003, è ritenuto da più parti di vitale importanza per non vanificare il già fragile cessate-il-fuoco stabilito nel 2002, ma spesso violato.

Secondo alcuni analisti, le Tigri cercano di rimandare i negoziati fino a quando Colombo non esaudirà alcune loro richieste. Tra queste la più importante è il disarmo dei paramilitari e dell'esercito di Karuna, una frangia di guerriglieri distaccatasi nel marzo 2004, che potrebbe, secondo i ribelli, aver trovato l'appoggio del governo. Le Tigri chiedono, inoltre, la cessazione degli attacchi contro la popolazione tamil nel nord-est e continuano a smentire un loro coinvolgimento nei recenti attacchi a militari, che fanno temere il ripiombare del Paese in una guerra civile.