Madhya Pradesh: ancora accuse (false) contro le istituzioni educative cristiane
di Nirmala Carvalho

Il presidente della Commissione nazionale per la protezione dei diritti dell'infanzia, Priyank Kanoongo, aveva denunciato la scomparsa di 26 ragazze da una struttura gestita dai carmelitani, ma le indagini della polizia hanno rivelato che le minori si trovavano a casa con le loro famiglie per le vacanze di Natale. 


Bhopal (AsiaNews) - Ancora una volta il presidente della Commissione nazionale per la protezione dei diritti dell'infanzia (NCPCR), Priyank Kanoongo, si è scagliato contro le istituzioni cattoliche del Madhya Pradesh, dicendo che 26 ragazze ospitate dai carmelitani erano scomparse. In realtà si trovavano al sicuro con le loro famiglie per le vacanze di Natale.

Il 4 gennaio Kanoongo aveva fatto una visita a sorpresa all’Aanchal Girls’ Hostel, una residenza per ragazze gestita dalla congregazione dei carmelitani della Beata Vergine Maria Immacolata che si trova nel villaggio di Tara Sevania, vicino a Parwalia, una periferia del capoluogo Bhopal. Si tratta di un’attività che Kanoongo ha ripetuto anche in passato, seguendo sempre lo stesso schema. 

Controllando i registri, il presidente della Commissione aveva notato che 26 ragazze su 68 mancavano all’appello quel giorno e aveva accusato sui social un missionario di gestire l’istituzione senza licenza e di convertire forzatamente le minorenni. “La maggior parte delle ragazze di età compresa tra 6 e 18 sono indù. Dopo molte difficoltà, la polizia ha registrato un primo rapporto informativo", ha scritto Kanoongo, riferendosi alla denuncia presentata alla polizia e che ha portato all’arresto di uno dei sacerdoti, p. Anil, trattenuto in custodia giudiziaria. “Sfortunatamente, i funzionari del dipartimento per lo sviluppo delle donne e dei bambini del Madhya Pradesh vogliono gestire le emergenze legate ai bambini concedendo contratti a tali ong”, ha aggiunto Kanoongo, che è un esponente del BJP, il partito ultranazionalista indù da cui proviene anche il primo ministro indiano Narendra Modi.

In realtà le indagini condotte poi dalla polizia hanno rivelato che le 26 ragazze erano al sicuro a casa con le loro famiglie, dalle quali erano tornate liberamente in occasione delle vacanze natalizie. Il 6 gennaio p. Johnshibu Pallipatt ha rilasciato una dichiarazione chiarendo che Aanchal non è una casa rifugio per bambini, come riportato da alcuni media, ma una residenza per ragazze, regolarmente registrata sul portale del governo locale come tale. Le 26 ragazze mancanti all’appello avevano preso la decisione di tornare dai genitori “in libera volontà e senza alcun tipo di forzatura o costrizione”, ha aggiunto il sacerdote, spiegando che la polizia ha fatto le dovute verifiche recandosi alle abitazioni di tutte le ragazze.

La residenza dal 2020 ospita 68 minorenni provenienti da altri Stati indiani, come il Chhattisgarh, il Jharkhand, il Gujarat e il Rajasthan. La polizia sta concludendo le indagini, verificando che non siano stati commessi reati di abuso sui minori o di conversione forzata. Nel frattempo due funzionari del governo locale, responsabili della gestione del progetto, sono stati sospesi. 

Questi eventi si traducono in “una costante interruzione della formazione dei bambini”, ha commentato ad AsiaNews mons. Leo Cornelio, arcivescovo emerito di Bhopal. “Ogni minima anomalia e qualunque intricato cavillo legale vengono sempre invocati come motivo per spostare i minori. Questa è molestia, e viene fatta solo perché la gestione è affidata un'istituzione cristiana. Il presidente della NCPCR Kanoongo si scaglia abitualmente contro le istituzioni cristiane”, ha aggiunto l’arcivescovo.

Non è infatti la prima volta che la Commissione nazionale per la protezione dei diritti dell'infanzia indaga sulle strutture educative cristiane: in passato sono state presentate false denunce per tentare di incriminare i religiosi, più volte arrestati a causa delle frequenti accuse, che poi risultano senza nessun tipo di fondamento quando arrivano in tribunale.

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