Il mondo condanna l'attentato di Dahab

Il cordoglio del Vaticano. Almeno 23 morti causati dalle tre bombe esplose ieri sera in una zona affollata. L'attentato arriva il giorno dopo la "chiamata alle armi" da parte di Bin Laden. Hamas si dissocia dalle violenze.


Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Unanime la condanna per l'attentato a Dahab, importante centro turistico sulle coste sud orientali del Sinai, dove ieri tre bombe sono esplose alle ore 19.15 in strade piene di negozi, ristoranti e bar. Hanno seminato morte e terrore: almeno 23 morti di cui 20 egiziani e 3 turisti stranieri, un bambino tedesco di 5 anni, 62 sono i feriti (ma il ministero della sanità parla di 83). Alberghi e locali erano pieni, per le coincidenti festività della Pasqua cristiana copta e la Shem al-Nessim (festa di primavera).

"Profondo dolore e tristezza" sono espressi da mons. Agostino Marchetto, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che esprime anche "viva solidarietà per chi dovrà confrontarsi con le conseguenze di questo nuovo colpo inferto all'industria turistica egiziana, locomotiva trainante dell'economia del Paese, a beneficio della popolazione".

Il presidente egiziano Hosni Mubarak ha parlato di "iniqua azione terrorista". Pronta la condanna da parte dei leader mondiali. Si tratta di "un attacco criminale – ha denunciato Ghazi Hamad, portavoce del Governo palestinese di Hamas – contro tutti i valori umani. Denunciamo questo attacco contro la sicurezza nazionale dell'Egitto". La scorsa settimana Hamas non aveva condannato il kamikaze fattosi esplodere a Tel Aviv.

Le bombe sono esplose nel supermercato Ghazala e nei ristoranti Nelson e Alladin. "Le strade erano piene di detriti – racconta un turista belga – e ho visto pozze di sangue".

L'attentato arriva il giorno dopo che Bin Laden ha "chiamato alle armi" tutti i musulmani per aiutare al-Qaeda in quella che chiama una guerra contro i "crociati" Stati Uniti ed Europa, sostenitori del "sionismo" che hanno sospeso gli aiuti economici al Governo palestinese di Hamas.

Il turismo è fondamentale per l'economia del Paese, con oltre 8,6 milioni di presenze nel 2005, e negli ultimi anni il terrorismo ha più volte preso di mira rinomate località turistiche affollate di stranieri, con oltre 100 morti in 18 mesi nella penisola del Sinai. Lo scorso 22 luglio un attentato suicida a Sharm el-Sheik ha ucciso almeno 64 persone e altre 34 sono morte il 7 ottobre 2004 per le bombe a Taba e Ras Shitan, presso il confine con Israele. Esperti notano le similitudini tra questi tre attentati avvenuti ciascuno a distanza di 9 mesi. Non ci sono ancora rivendicazioni.

Preoccupazione di Israele, dal quale almeno 20 mila turisti sono venuti nel Sinai negli ultimi giorni, nonostante gli ammonimenti delle autorità su possibili attentati.

Il governo di Mubarak – commentano gli esperti – trarrà ragione dall'attacco per respingere le pressioni degli Stati Uniti che chiedono riforme politiche e l'eliminazione della legislazione d'emergenza in vigore dal 1981. (PB)