Vescovi pakistani: "Il governo rispetti i diritti umani nel Paese, prima di candidarsi all'Onu"

Di fronte alla candidatura di Islamabad al nuovo Consiglio Onu per i diritti umani, la Commissione giustizia e pace sottolinea: "Impegni vaghi ed insufficienti: prima la ratifica dei trattati internazionali, poi la candidatura".


Lahore (AsiaNews) – La Commissione nazionale giustizia e pace, organo della Chiesa cattolica pakistana, ha criticato il governo che mentre si candida al Consiglio per i diritti umani dell'Onu,  manca di rispetto nei confronti dei diritti universali e costituzionali dei cittadini.

"Il governo – scrive in una nota mons. Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore e presidente della Commissione – si è auto-candidato a far parte del Consiglio per i diritti umani che si formerà questa estate alle Nazioni Unite. D'altro canto, gli impegni che si è assunto il 25 aprile per proteggere i diritti umani sono così vaghi ed insufficienti che mettono a rischio l'interesse nazionale".

"Questi impegni – continua la nota, cofirmata dal segretario della Commissione, Peter Jacob  - riflettono un'attitudine a non impegnarsi nei confronti dei diritti umani, dato che il Pakistan stesso non ha sottoscritto importanti trattati internazionale in materia come la Convenzione Onu contro le torture o l'Accordo internazionale sui diritti civili e politici".

Inoltre "il Paese ha sottoscritto con riserva la Convenzione contro la discriminazione delle donne e quella sui diritti dei minori, gesto che danneggia i diritti degli interessati e compromette i diritti di tutti".

La Commissione, dunque, chiede al governo di aumentare la sua credibilità e assumersi impegni precisi alla luce della candidatura. "Dato che noi vogliamo che il nostro Paese faccia del suo meglio - scrive il presule, anche presidente della Conferenza episcopale pakistana.- chiediamo la formazione di istituzioni sui diritti umani e nazionali che siano credibili ed indipendenti: fra di essi vi sia un organismo incaricato della tutela dei minori".

Islamabad deve inoltre "firmare e ratificare le Convenzioni citate, oltre alle otto che l'Onu ha presentato sul lavoro internazionale, invitare nel Paese l'inviato speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani e presentare dei rapporti puntuali ed aggiornati sulla situazione nazionale".

"La Commissione – concludono – monitora la formazione di questo nuovo Consiglio, un'istituzione internazionale molto importante, insieme con altri gruppi pakistani per i diritti umani ed il Forum Asia, organizzazione regionale per i diritti civili".