Turkestan, il centro spirituale del Kazakistan
di Vladimir Rozanskij

Definita anche “la perla della Via della Seta” Turkestan è una delle città più antiche di tutta l’Asia centrale. Negli ultimi tempi viene rivalutata la figura del derviscio Khwaja Ahmad Tasavi, predicatore islamico e poeta Sufi, il cui mausoleo è meta di grandi pellegrinaggi. Oggi cerca di affiancare le dimensioni futuriste all’eredità del passato.


Turkestan (AsiaNews) - Una serie di manifestazioni di propaganda culturale e pubblicitaria stanno esaltando in questi giorni il fascino particolare della città di Turkestan, presentata come “centro spirituale del Kazakistan”. Definita anche “la perla della Via della Seta”, Turkestan è una delle città più antiche non soltanto del Kazakistan, ma di tutta l’Asia centrale, di cui intende rappresentare non soltanto “il glorioso passato, ma anche il dinamico presente e le prospettive del futuro”, come scritto in un servizio di CentralAsia.

Fondata nel 490 d.C., la città raggiunse la sua massima fioritura nel XII secolo. Circondata da possenti mura e torri di guardia, Turkestan divenne il centro amministrativo per molti signori e comandanti centrasiatici, delle dinastie dei corasmici, mongoli, timuridi e šajbanidi, per diventare poi la capitale del Khanato kazaco tra il XVI e il XVIII secolo. Luogo di incontro tra la cultura nomade e quella stanziale, ma anche d’incrocio tra le rotte commerciali, a Turkestan si svolgevano le più solenni cerimonie di intronizzazione dei khan, alla presenza dei rappresentanti di molti altri Stati.

In più occasioni negli ultimi tempi viene rivalutata la figura del derviscio Khwaja Ahmad Tasavi, vissuto nel XII secolo e a cui a fine ‘300 fu dedicato un grande mausoleo sulla sua tomba, nel territorio del museo Khazret-sultan, il suo titolo letterario. Filosofo centrasiatico, predicatore islamico e poeta Sufi, scrisse opere nella lingua uigura della prima dinastia musulmana della regione, quella dei Karakhanidi, a cui fanno riferimento le popolazioni turaniche di tutta l’Asia, fino allo Xinjiang cinese. Il mausoleo oggi è meta di grandi pellegrinaggi, che se ripetuti almeno tre volte vengono equiparati a quello canonico alla Mecca, facendo di Turkestan un vero santuario islamico.

Accanto alla sacra tomba di Tasavi sono stati collocati diversi musei e imponenti edifici, recentemente restaurati e riorganizzati come il Koltobe e la moschea Khuma, e anche le moschee “sotterranee” di Aulye Kumšyk e Khilbet e il complesso rituale Šildekhan, insieme a una sauna orientale nella cittadella medievale, il cosiddetto Šakhristan, la “città nella città” dentro le mura. Altri mausolei sono dedicati ai khan e ai potenti della storia locale, formando un complesso di oltre 100 monumenti storici e archeologici di grande rilevanza, con oltre 25 mila oggetti in esposizione, compresi manoscritti, progetti architettonici e antiche monete, visitati ogni anno da oltre 350mila turisti, senza contare i pellegrini.

La ricostruzione di Turkestan, iniziata nei decenni del governo del presidente Nursultan Nazarbaev, cerca di affiancare le dimensioni futuriste accanto all’eredità del passato. Nella parte nuova della città sono stati aperti molti musei e centri, con forme di esposizione ultramoderne, come al centro Yuly Dala Eli e ai musei Khodži Akhmeta Yasavi e Altyn Samuryk. Uno dei complessi architettonici più noti, tra quelli recenti, è il Karavan-saraj, che intende far rivivere ai visitatori le sensazioni dell’antica Via della Seta, con le vie dei commercianti e le botteghe degli artigiani, le carovane e i bazar dei tempi antichi.

Non poteva mancare il teatro, anzi il “teatro volante” da poco completato, un anfiteatro per le manifestazioni dei cavalieri, in mezzo a un infinito centro commerciale con tutti i servizi, cinema, bar, ristoranti e Spa per il relax degli avventori. Il centro sorge sull’intreccio di canali acquatici, dove pure si svolgono scene di “Parate di barche” che intendono rappresentare le nuove rotte del futuro del Kazakistan e dell’intera Asia centrale.

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