Seoul al voto per il parlamento: 'referendum' sul presidente Yoon

Coreani alle urne per il rinnovo dei 300 seggi dell'Assemblea nazionale. Momento cruciale per il presidente conservatore, che finora per far approvare le leggi ha dovuto cercare i voti in una camera in mano ai democratici, suoi avversari. Yoon arriva a quest'appuntamento con una popolarità fortemente indebolita. L'incognita del nuovo Rebuilding Korea Party, che si propone come terza forza.


Seoul (AsiaNews) - La Corea del Sud va al voto il 10 aprile per il rinnovo dell'Assemblea legislativa, il suo parlamento. Si tratta di un appuntamento cruciale per il presidente conservatore Yoon Suk-yeol, che nel 2022 sconfisse per una manciata di voti il suo avversario, Lee Jae-myung del Partito Democratico, ma che finora ha dovuto fare i conti con un parlamento controllato dall'opposizione. 

I sondaggi - stoppati una settimana fa, secondo le normative in vigore a Seoul - danno i due partiti tra loro vicini, anche se la popolarità di Yoon è oggi ai minimi, fortemente incrinata dall'aumento dei prezzi dei generi alimentari, dallo sciopero dei medici in corso da settimane ma anche dallo scandalo che vede al centro sua moglie Kim Keon-hee, contestata per aver accettato in regalo una borsa del valore di oltre 2mila euro. Dall'altra parte della barricata, però, anche Lee ha dovuto fare i conti con accuse di corruzione oltre che un assalto all'arma bianca che in gennaio lo ha portato in terapia intensiva.

Al voto sono chiamati 44,28 milioni di elettori che andranno a scegliere i 300 nuovi membri dell'Assemblea nazionale: 254 saranno eletti in rappresentanza dei singoli distretti in cui è suddiviso il Paese, mentre altri 46 seggi saranno assegnati con il sistema proporzionale. In Corea del Sud è possibile avvalersi del voto anticipato, una scelta già compiuta nei giorni scorsi da oltre il 31% degli aventi diritto, tra cui lo stesso presidente Yoon. Va anche aggiunto che - pur favorendo il sistema elettorale il bipolarismo - c'è molta curiosità anche per il risultato che otterrà il Rebuilding Korea Party, un nuovo partito creato da Cho Kuk, ex ministro della Giustizia dell'amministrazione Moon, che secondo alcuni sondaggi sarebbe accreditato del 20% dei consensi, non poi così lontano dunque dal People Power Party di Yoon e dal Partito democratico, entrambi accreditati oltre al 30%. Anche la Conferenza episcopale durante la campagna elettorale ha "interrogato" i partiti con un questionario di domande, le cui risposte sono state diffuse nei giorni scorsi. 

Le due forze di opposizione aspirano ad arrivare insieme a superare la soglia dei 200 seggi, un'eventualità che metterebbe in grave difficoltà l'attuale presidente. In ogni caso qualunque esito di queste elezioni non dovrebbe avere grandi ripercussioni sulla politica estera di Seoul, che con Yoon ha rafforzato i legami con Washington e Tokyo. L'assetto istituzionale del Paese, infatti, lascia ampio spazio di manovra al presidente sulla politica internazionale.

YoonVoto.jpg