Ong accusano la Banca di sviluppo asiatica di finanziare centrale al carbone di Jakarta

Un gruppo di enti no-profit ha pubblicato un rapporto secondo cui la compagnia elettrica statale dell'Indonesia potrebbe utilizzare i fondi ricevuti per l'espansione dell'impianto di Suralaya. L'inquinamento che ne deriva costa ogni anno al Paese un miliardo di dollari.


Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - Un gruppo di organizzazioni non governative ha accusato la Banca di sviluppo asiatica (Asian Development Bank o ADB) di finanziare indirettamente le centrali a carbone dell’indonesia, nonostante l’impegno di non voler sostenere progetti legati ai combustibili fossili. 

Le affermazioni sono contenute in un rapporto pubblicato due giorni fa da quattro enti no-profit. Secondo la loro indagine, l’ADB ha concesso un prestito di 600 milioni di dollari alla compagnia elettrica statale dell’Indonesia, la Perusahaan Listrik Negara (PLN), per la realizzazione di una serie di progetti nell’arco dei prossimi 10 anni. Ma nell’accordo, sottolineano le ong, mancano le clausole che impediscano alla PLN di utilizzare i fondi per la costruzione di nuovi impianti al carbone. 

Al contrario, il progetto di sviluppo presentato dalla PLN contiene anche una decina di punti legati all’utilizzo di fonti fossili. Tra questi è prevista anche un’espansione della centrale di Suralaya, uno dei più grandi impianti a carbone del sud-est asiatico, che si trova a Banten, nell’isola di Giava.

Il rapporto descrive gli effetti che una precedente espansione della centrale ha avuto sugli abitanti locali: “ha sfollato famiglie, ridotto gli stock ittici e fatto ammalare i loro bambini”. In base a uno studio pubblicato nel 2023 dal Centro europeo per la ricerca sull’energia e l’aria pulita, l’inquinamento della centrale di Suralaya provoca morti, assenze da lavoro e un aumento della spesa medica che costano all’Indonesia 1 miliardo di dollari all’anno.

Gli ambientalisti hanno inoltre spiegato che il prestito della ADB è entrato nel conto bancario generale di PLN, non è stato messo in un conto separato che possa essere monitorato. In questo modo il finanziamento può essere speso senza un controllo da parte di enti esterni. Non è chiaro se una parte dei fondi siano stati o saranno utilizzati per finanziare l’ingrandimento di Suralaya, e la PLN non ha risposto alle richieste di commento da parte delle agenzie di stampa internazionali. 

Un portavoce della Banca di sviluppo asiatica ha invece affermato che “il prestito non viola la politica energetica dell'ADB”, che sovvenziona progetti nei Paesi più poveri della regione Asia-Pacifico.

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