Il Congresso Usa chiede un'azione antisaudita per violazione della libertà religiosa

Nella "lista nera" dei Paesi che violano la libertà di religione ci sono anche Cina, Eritrea, Iran, Myanmar, Nord Corea, Sudan e Vietnam.


Washington (AsiaNews/Agenzie) – Una "energica azione" contro l'Arabia Saudita  per le affermate violazioni della libertà religiosa è stata chiesta al governo statunitense dalla commissione del Congresso per la Libertà internazionale di religione. La commissione chiede al segretario di Stato, Condoleezza Rice, di mantenere l'Arabia Saudita nella annuale "lista nera" dei Paesi che compiono "gravi violazioni" della libertà religiosa, accanto a Cina, Eritrea, Iran, Myanmar, Nord Corea, Sudan e Vietnam. Degli otto Paesi iscritti nella "lista nera", ben sei sono in Asia.

La commissione ha anche chiesto che altri tre Stati, anch'essi asiatici, Pakistan, Turkmenistan e Uzbekistan siano aggiunti alla "black list".

Michael Cromartie, capo della commissione ha spiegato che la situazione della libertà religiosa in Arabia Saudita non è sostanzialmente migliorata da due anni a questa parte, quando il Paese fu messo nella "blacklist". Washington aveva accordato una "rinuncia temporanea aggiuntiva di 180 giorni" per le riforme, scaduta lo scorso marzo. Ma la libertà di religione in quel Paese, per Cromartie, "non esiste" e il governo degli Stati Uniti "non dovrebbe esitare ad assumere un'azione decisa" verso quel Paese, come limitazioni ai viaggi dei funzionari sauditi o limiti alle esportazioni.

L'Afghanistan invece, che durante il regime dei talebani era definito come un "violatore particolarmente grave" della libertà religiosa, quest'anno è stato collocato nell'elenco dei Paesi "osservati", dove erano Bangladesh, Bielorussia, Cuba, Egitto, Indonesia e Nigeria, malgrado il mese scorso un tribunale abbia chiesto la pena di morte secondo la sharia per un musulmano convertito al cristianesimo.