Manila la Camera bassa approva la legge sul divorzio
di Santosh Digal

Il provvedimento ha avuto 126 voti a favore e 109 contrari. Per diventare legge dello Stato occorre ancora l’approvazione del Senato. In nome della propria Costituzione che tutela la famiglia le Filippine sono l'unico Paese a non avere questo istituto nella propria legislazione. La Chiesa cattolica contraria alla legge su cui si discute da anni. 


Manila (AsiaNews) - Il 22 maggio, la Camera dei rappresentanti, la camera bassa del Parlamento filippino, ha approvato in seconda lettura la legge sul divorzio. La proposta n. 9349 ha ricevuto i voti favorevoli di 126 deputati, mentre 109 si sono opposti e 20 si sono astenuti, secondo quanto dichiarato dal Segretario generale della Camera Reginald Velasco.
Conosciuta come "Legge sul divorzio assoluto", la proposta mira a riconoscere l’istituto del divorzio nel Paese che attualmente riconosce il matrimonio come indissolubile, riconoscendo solo la nullità decretata dai tribunali canonici nei casi di gravi lacune nel vincolo. Le Filippine attualmente sono l’unico Paese del mondo (insieme al Vaticano) a non prevedere il divorzio nella propria legislazione in nessuna forma.

Per diventare legge dello Stato occorre ancora l’approvazione del Senato filippino. Se la legge dovesse essere approvata anche dall’altro ramo del parlamento, i coniugi potranno presentare la domanda di divorzio se separati da almeno cinque anni. La proposta prevede comunque tra la presentazione della domanda e la sentenza un ultimo tempo di 60 giorni per una possibile conciliazione.

Il disegno di legge cita come possibilità motivazioni anche la violenza fisica o la condotta gravemente abusiva diretta contro il firmatario, un figlio comune o il figlio del firmatario; la violenza fisica o la pressione morale per costringere il firmatario a cambiare affiliazione religiosa o politica; la tossicodipendenza o l'alcolismo abituale o il gioco d'azzardo cronico; l'omosessualità.

Il tema è oggetto di discussione da anni nel Paese: già nel 2018 la Camera aveva approvato un provvedimento analogo, ma in quel caso il Senato non completò l’iter legislativo. La Costituzione filippina del 1987 contiene una sezione che dichiara: “Il matrimonio come istituzione sociale inviolabile è il fondamento della famiglia e deve essere protetto dallo Stato”. E la Chiesa cattolica filippina ha più volte espresso la sua contrarietà. Il vescovo del vicariato apostolico di Taytay, Palawan, mons. Broderick Pabillo, presidente della Commissione episcopale per i laici già nel 2021 espresse preoccupazione davanti a questo disegno di legge “perché i legislatori dovrebbero sostenere le famiglie”. Già in precedenza l'arcivescovo di Lingayen-Dagupan, mons. Socrates Villegas, nel 2015 quando era presidente della Conferenza episcopale dichiarò che “un matrimonio fallito non è motivo di divorzio”.

Nel dibattito alla Camera dei rappresentanti la deputata Arlene Brosas del “Partito delle donne Gabriela” ha sostenuto che “il divorzio è una scelta basata sui diritti: il diritto di unirsi in matrimonio deve includere anche il diritto di uscirne”. Il deputato Edcel Lagman, tra i promotori del disegno di legge, ha sostenuto che la legge proibirebbe comunque i “divorzi lampo”. Ha detto di rispettare le opinioni contrarie “basate sul loro credo religioso, sul timore dei vescovi e sulla necessità di evitare il dispiacere dei rispettivi coniugi”, ma a ha comunque annunciato che verrà immediatamente lanciata una campagna per l’approvazione anche al Senato.  Al contrario, il deputato Rufus Rodriguez si è espresso con “un forte e sonoro no alla legge sul divorzio”, sostenendo che il provvedimento violerebbe la Costituzione filippina.

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