La caccia alle 'streghe straniere' a Tbilisi
di Vladimir Rozanskij

Promulgata la discussa legge “sulla trasparenza delle influenze straniere” il partito al potere del Sogno Georgiano promette di “scovare tutti gli agenti stranieri, i traditori e gli spioni” partendo dai “giovani arruolati” per inscenare l’insurrezione. Imbrattate con la scritta "schiavi" le mura delle case dei deputati che hanno votato il provvedimento. Ma anche le forze di opposizione denunciano minacce e intimidazioni.


Tbilisi (AsiaNews) - Lo speaker del parlamento di Tbilisi, Šalva Papuašvili, ha firmato la tanto discussa legge “sulla trasparenza delle influenze straniere”, esprimendo il suo ringraziamento “al popolo georgiano, che ancora una volta ha manifestato la propria saggezza evitando di sprofondare nella menzogna e nell’odio, mostrando a tutti a casa e nel mondo che esiste solo una parte, la parte della Georgia, ed esiste soltanto una scelta, quella di difendere la Georgia”.

La legge è già stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, e può quindi cominciare ad essere applicata almeno in parte, mentre entrerà totalmente in vigore entro 60 giorni. Il partito al potere del Sogno Georgiano ha quindi annunciato l’inizio della “caccia alle streghe”, promettendo di “scovare tutti gli agenti stranieri, i traditori e gli spioni”. Anzitutto si cercheranno i responsabili della campagna contro la legge stessa, i “giovani arruolati” per inscenare l’insurrezione delle nuove generazioni e il “Movimento Nazionale collettivo”, le forze che si coagulano al principale partito di opposizione, che i deputati di maggioranza definiscono il “Centro di spionaggio nazionale”.

Il deputato del partito fiancheggiatore “Forza del Popolo”, Guram Mačarašvili, ha proposto quindi di indagare tutti i contrari alla legge per l’accusa di spionaggio, che in questi giorni stanno imbrattando le mura delle case degli 84 deputati del Sogno Georgiano con la scritta “Qui vive uno schiavo, traditore per 30 denari”. L’infamante titolo di “schiavo” si ripete non soltanto a Tbilisi, ma perfino all’aeroporto di Parigi, come accaduto al deputato Eliso Bolkvadze, mentre la deputata Nino Tsilosani lamenta di essere oggetto di offese e minacce telefoniche insieme ai membri della sua famiglia, compresi i figli minorenni.

Lo stesso Papuašvili insiste nel ribadire che “i critici della legge e del potere costituito si sono trasformati in radicali ed estremisti”, ciò che rende indispensabile un’azione repressiva della magistratura e delle forze dell’ordine. Egli ha citato un giornalista che avrebbe scritto che “i deputati che hanno approvato la legge russa meritano 84 pallottole alla nuca”. Lo speaker rivolge poi le sue accuse a tutta l’Unione europea per aver pagato questo ed altri simili giornalisti, quindi “evidentemente vogliono fornire le munizioni per la guerra civile”. Secondo la maggioranza, coloro che non accettano la legge “hanno perso l’identità georgiana e si sono messi al servizio dei Paesi stranieri, ma otterranno una risposta adeguata”.

Come ripetono diversi esponenti del governo e del partito al potere, la lotta contro i “terroristi” verrà condotta fino in fondo, “chiariremo chi sono i loro finanziatori”. Verranno quanto prima proibiti i sostegni dall’estero alle Ong che “si occupano di terrorizzare i bambini piccoli”, aggiunge Papuašvili parlando delle associazioni di aiuto all’infanzia, chiarendo che “questi gruppi non hanno nulla a che fare con l’Europa che noi vogliamo come società georgiana”. In realtà le minacce alle famiglie e ai figli si moltiplicano anche contro i deputati di opposizione, come hanno testimoniato Tina Bokučava del Movimento Nazionale, Anna Bučukuri del partito “Per la Georgia” e la deputata indipendente Teona Akubardija.

La Bokučava racconta che “quelli che ci telefonano conoscono tutti i numeri dei familiari, quindi lo fanno con precise indicazioni dall’alto, e vogliamo rivolgerci agli operatori delle compagnie e all’ispettore per la difesa dei dati personali, fino al processo in tribunale… in Georgia nessuno ha paura di loro, nonostante tutte le loro minacce e repressioni”. Secondo la Akubardija, “è chiaro che il regime al potere vuole ripetere gli eventi di un secolo fa, quando nel 1921 i bolscevichi fucilarono masse di attivisti georgiani affibbiando loro il marchio infamante di spie e agenti stranieri”. Un altro deputato d’opposizione, Paata Mangadžgaladze, commenta ironicamente la proposta di Mačarašvili di arrestare gli “spioni”, paragonandola agli ultimi correttivi alla legge sugli agenti stranieri approvati in Russia, che impedisce di candidarsi alle elezioni: “Caro batono [padrino] Guram, fate prima a metterci tutti su una barca e spingerci in acqua, così riuscirete ad affogarci quando volete”. I movimenti giovanili di protesta, come quello degli studenti Dafioni, hanno deciso di cambiare lo slogan delle manifestazioni: non più “No alla legge russa”, ma “No al Sogno Georgiano”.

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