Brunei, la resilienza del piccolo gregge cattolico nel sultanato
di Joseph Masilamany

A tre anni ormai dalla morte del suo vicario apostolico p. Sim che papa Francesco aveva voluto creare cardinale, la piccola Chiesa locale continua il suo cammino tenendo viva la fede in questo Stato musulmano del Borneo. Il contributo della vivace comunità dei migranti filippini nella vita delle tre parrocchie.


Kuching (AsiaNews) - Fece notizia per la Chiesa di tutto il mondo il 25 ottobre 2020 il vicariato del Brunei, quando papa Francesco annunciò che l’allora vicario apostolico, Cornelius Sim, era stato elevato al rango di cardinale. Era la prima volta che un pontefice sceglieva un porporato da questa piccola comunità cattolica dell’Asia che conta appena appena 21mila fedeli.

Il concistoro si tenne in piazza San Pietro un mese dopo, il 28 novembre 2020, ma il neo-cardinale Cornelius Sim non poté essere presente per ricevere la berretta rossa e l'anello a causa delle restrizioni ai viaggi regionali imposte dalla pandemia da Covid-19. In quell’occasione le insegne cardinalizie furono spedite dal Vaticano al Vicariato Apostolico del Brunei, in una rara rottura delle tradizioni dei concistori. Sei mesi dopo, però, il vicariato del Brunei sarebbe tornato di nuovo a far notizia, quando il neo-cardinale Cornelius Sim morì il 29 maggio 2021 a 69 anni. Il decesso avvenne a Taiwan, mentre era in cura per un tumore presso una struttura medica locale.

Da allora si è parlato ben poco del vicariato del Brunei, la cui sede apostolica a tre anni di distanza rimane ancora vacante. Ma questa piccola Chiesa ha continuato a vivere tenacemente la sua missione guidata dal vicario generale Robert Leong nelle sue tre parrocchie: la Chiesa di Nostra Signora dell'Assunzione a Bandar Seri Begawan, la Chiesa di Nostra Signora dell'Immacolata Concezione a Seria e la Chiesa di San Giovanni Evangelista a Kuala Belait. “Da noi non sta accadendo nulla di importante. Stiamo semplicemente cercando di mantenere viva la fede qui”,  racconta ad AsiaNews p. Leong, uno dei tre sacerdoti che svolgono il loro ministero in Brunei.

Il cardinale Sim - conosciuto anche come il "panettiere" per la sua passione nel preparare il pane per i suoi parrocchiani - amava ricordare che il motto della diocesi è “Duc in altum” (la frase di Gesù: “Prendi il largo”). “Siamo una delle diocesi più piccole dell'Asia – ricordava -. Ma siamo fortunati ad avere con noi una consistente congregazione filippina che rende la nostra Chiesa molto vivace. Portano la loro fede, con le pie devozioni popolari, e arricchiscono molto noi e la nostra fede".

Il Brunei è un Paese di appena 5.700 chilometri quadrati situato interamente sull'isola del Borneo, che ospita anche gli Stati malesi di Sarawak e Sabah e l'indonesiano Kalimantan. Popolato da 460mila abitanti, la sua lingua ufficiale è il malese, ma anche l'inglese e il cinese sono ampiamente parlati. Il Brunei è una monarchia assoluta guidata dal sultano Hassanal Bolkiah. Circa due terzi della popolazione sono musulmani e di recente il Brunei si è distinto per l'adozione della Sharia, che però viene applicata solo ai musulmani del Paese.

Circa il 10% della popolazione del Sultanato è atea, il 13% è buddista e un piccolo numero pratica fedi indigene o animismo. I cristiani, metà dei quali sono cattolici, costituiscono il 10% della popolazione principale del Brunei. La maggioranza dei fedeli delle tre parrocchie - circa il 70% - è costituita da lavoratori immigrati dalle Filippine. Un altro 20% è costituito da migranti provenienti da altri Paesi come Indonesia, India e Malaysia, mentre il restante 10% è costituito da cattolici autoctoni del Brunei.

Furono i missionari francescani nel 1587 i primi a predicare il Vangelo nel Brunei. Ma una Chiesa locale vera e propria esiste solo dal 1997. Prima di allora, i cattolici erano serviti dalla diocesi di Miri, in Malaysia: per questa diocesi lo stesso p. Sim era stato ordinato sacerdote nel 1989.

Quando Giovanni Paolo II istituì la Prefettura Apostolica del Brunei nel 1997, Mons. Sim fu nominato prefetto. Nel 2004 poi la prefettura apostolica fu elevata a vicariato, il che portò alla consacrazione di p. Sim come vescovo. La cerimonia avvenne il 21 gennaio 2005 e a presiederla fu l'arcivescovo Salvatore Pennacchio, all'epoca ambasciatore del Vaticano in Brunei e in altre nazioni del Sud-Est asiatico. «È un umile inizio, ora dobbiamo andare avanti per arricchire le nostre comunità di fede». La Chiesa del Brunei fa parte della Conferenza episcopale della Malaysia e di Singapore. 

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