La polizia ritiene siano membri della Jemaah Islamiyah, legati al super ricercato Noordin Top. Due di loro sono responsabili dell'assassinio della donna pastore a Palu nel 2004.
Jakarta (AsiaNews) Continua a stringersi il cerchio intorno all'uomo più ricercato in Indonesia, il malaysiano Noordin Moh Top, ritenuto ai vertici della rete terrorista della Jemaah Islamiyah (Ji). Seguendo le sue tracce, la polizia ha arrestato alcuni sospetti terroristi e confiscato armi e 4500 detonatori.
Ieri, 8 maggio, a Toli-Toli - Sulawesi centrali - la squadra speciale Densus 88 ha catturato 5 presunti terroristi che si nascondevano in una casa in affitto. Si tratta di Aprianto, Arman, Asrudin, Nano e Abdul Muis. Oltre ai detonatori la polizia ha confiscato munizioni per pistole, video e libri sul jihad e attività terroristiche. Gli abitanti locali, "scioccati" dall'arresto, dichiarano che i 5 erano persone "normali, ma non si sapeva che tipo di lavoro svolgessero nella zona".
Salma, moglie di Asrudin, ha criticato l'arresto sostenendo che il marito non è coinvolto in nessuna attività terroristica. La donna ha comunque confermato di aver vissuto con lui prima a Poso e poi a Palu.
Nel pomeriggio di ieri, il vice portavoce della polizia indonesiana, Anton Bachrul Alam, ha reso noto che due dei 5 uomini sono stati identificati come responsabili della morte della cristiana Susianti Tinulele, la donna pastore uccisa a Palu nel luglio 2004.
Gli agenti ritengono che i cinque siano membri del terzo mantiqi della Ji. Questo network, legato ad al Qaeda, si divide in tre gruppi, mantiqi appunto; il terzo è quello che si occupa dell'addestramento dei militanti e opera tra Sulawesi, Kalimantan e Filippine del sud.
La polizia di Toli-Toli non ha fornito dettagli sugli arrestati, limitandosi a specificare che "le indagini sono condotte dalla polizia nazionale a Jakarta", dove presto arriveranno i cinque. Secondo analisti locali, questo significa che il caso è molto sensibile ed è collegato a Top.
Da tempo la polizia dà la caccia a questo terrorista, ritenuto coinvolto in attentati come quello al Marriott Hotel di Jakarta nel 2003, all'ambasciata australiana nel 2004 e a Bali l'anno scorso. Alcuni esperti di terrorismo avvertono però che anche dopo un'eventuale cattura del super ricercato malaysiano, sarà difficile sgominare la vasta rete di seguaci che dal 2004 si è costruito nel sud est asiatico.