Nella vicenda è intervenuto anche il capo dello Stato Widodo, con una critica pubblica verso l’operato dei membri dell’organizzazione musulmana moderata. Il leader Nu si è scusato per “l’incidente” e ha definito “inappropriata” la scelta per “tempi e modi”. I vertici del Paese confermano il sostegno alla causa palestinese.
Jakarta (AsiaNews) - In Indonesia divampa la polemica, alimentata dallo stesso presidente Joko Widodo che non ha lesinato critiche pubbliche, in merito al viaggio in Israele di cinque rappresentanti del Nahdlatul Ulama (Nu), la più importante organizzazione musulmana (moderata) del Paese. Ad inasprire lo scontro, e le accuse, l’incontro con tanto di foto rilanciate in rete della delegazione con il capo dello Stato israeliano Isaac Herzog, in seguito al quale il leader del movimento si è rivolto ai concittadini con “scuse pubbliche”.
In via ufficiale Jakarta non ha relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico, ma migliaia di indonesiani - in maggioranza cristiani e cattolici - visitano la Terra Santa per pellegrinaggi o viaggi all’insegna della spiritualità, altri ancora (ma in numero inferiore) per vacanza o per affari. Il visto israeliano può essere ottenuto con facilità da tutti gli indonesiani grazie alle agenzie di viaggio presso l’ambasciata israeliana a Singapore. Ciononostante, ancora oggi una qualsiasi visita in Israele di indonesiani, soprattutto se caratterizzato da incontri con politici o istituzioni locali, viene visto con sospetto, se non con aperta ostilità ed è foriero di critiche.
Attacchi che non hanno risparmiato la delegazione del movimento musulmano moderato e che hanno spinto il suo presidente a fornire pubbliche “scuse” per quello che definisce un “incidente”. Nella conferenza stampa tenuta ieri nel quartier generale dell’organizzazione in centro a Jakarta,, Yahya Cholil Staquf ha dichiarato: “Come presidente della Nu, voglio scusarmi per la visita dei nostri cinque nahdliyin (membri e seguaci) in Israele e per le loro iniziative nel Paese”. Il leader musulmano moderato, con un riferimento implicito alla guerra a Gaza, ha poi aggiunto che “riconosciamo pienamente e ammettiamo che una tale visita in questo momento non è appropriata”.
I cinque nahdliyin ricevuti dal presidente Herzog nel suo ufficio, sebbene non sia chiara la data in cui è avvenuto, sono: Zainul Maarif, Munawir Aziz, Nurul Bahrul Ulum, Syukron Makmun e Izza Annafisah Dania. Parlando coi media indonesiani Staquf ha ricordato che anche la sua visita in Israele nel 2018 è stata oggetto di critiche, pur essendo a titolo personale, ben prima di assumere l’incarico di leader Nu e in un clima “pacifico” dopo aver incontrato capi religiosi musulmani e chiesto il loro parere. Nell’occasione egli aveva incontrato l’allora (e attuale) primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Anche il principale attivista interreligioso indonesiano Abdurrahman Wahid o Gus Dur si è recato personalmente in Israele nel 1994. Prima di partire per Tel Aviv, Gus Dur ha anche fatto una visita di cortesia agli alti chierici della Nu, chiedendo le loro opinioni. “La visita - ha proseguito nel suo intervento Staquf - non suscitò alcun clamore all’interno della Nu, poiché Gus Dur condivise il suo piano di visita in Israele con i chierici anziani e riferì loro i suoi incontri con le controparti israeliane sui movimenti interreligiosi”. Mentre la visita dei cinque nahdliyin si inserisce in un quadro profondamente diverso da quelle del 2018 e del 1994.
La controversia è anche occasione per confermare il sostegno deciso di Jakarta alla Palestina e alla sua causa. Ulil Abshar Abdalla, leader Nu, nonostante le sue posizioni politiche moderate su molte questioni, sostiene che una visita del genere non è un gesto “appropriato” in questo momento in cui lo Stato ebraico sta scatenando una “guerra brutale” contro Hamas in Palestina. In base alla sua posizione politica sulle questioni internazionali, ma soprattutto sulla Palestina, l’Indonesia ne ha sempre sostenuto moralmente e politicamente l’indipendenza, oltre ad appoggiare la soluzione a due Stati quale via per porre fine al conflitto regionale.
Questa rigida posizione è stata ribadita ieri anche dal presidente Jokowi. Interpellato dai media locali e mostrandosi profondamente irritato, il leader ha criticato duramente il viaggio dei cinque nahdliyin e l’incontro col presidente israeliano Herzog. “Riguardo al viaggio, chiedete gentilmente al Nahdlatul Ulama e non a me” ha detto Jokowi, ricordando infine che “la politica estera dell’Indonesia sulla questione palestinese è sempre stata molto chiara: sostenere l’indipendenza della nazione palestinese”.