A guidare le aggressioni alcuni monaci buddisti. Nel Paese sono ancora in fase di discussione due pericolose leggi anti-conversione.
Colombo (AsiaNews) In meno di un mese in Sri Lanka tre chiese sono state attaccate dietro incitamento di monaci buddisti. A denunciarlo è l'agenzia Compass Direct che racconta di incendi dolosi e violente minacce contro obiettivi cristiani nel Paese.
L'incidente più recente è avvenuto il 6 maggio, quando una folla inferocita guidata da un monaco ha attaccato il cantiere di un edificio costruito dalla United Christian Fellowship a Poddala, distretto di Galle, su un terreno regolarmente acquistato. Il monaco e i suoi uomini hanno minacciato il pastore e gli operai presenti sul posto. La folla gridava che avrebbe appiccato il fuoco se i lavori non si fermavano. Il pastore ha spiegato che non si trattava di una chiesa, ma di uno spazio per le riunioni della comunità. Ma questo non è bastato a raffreddare gli animi. I cristiani hanno sporto denuncia; al momento i lavori sono sospesi per paura di altre aggressioni.
Il 30 aprile monaci buddisti avevano già guidato un altro attacco, questa volta contro una chiesa metodista a Piliyandala, sudest di Colombo. Secondo testimoni oculari, il 30 aprile alcuni monaci con i loro seguaci hanno impedito ai fedeli di partecipare alla funzione domenicale. La folla ha incendiato pneumatici di auto parcheggiate davanti alla chiesa per spaventare la gente e non farla entrare nell'edifico. Alcuni membri della comunità cristiana hanno chiamato la polizia, che ha inviato 30 uomini, i quali però non potevano intervenire senza "prima riceve direttive dai superori". Ai fedeli è stato consigliato di sporgere una denuncia ufficiale anche se la polizia aveva già detto loro di non tenere la funzione "nell'interesse della pace". Le forze dell'ordine hanno poi arrestato 10 uomini tra gli aggressori; per ciascuno è stata chiesta una cauzione pari a 243 dollari.
Sempre a Piliyandala anche la chiesa dell'Assemblea di Dio affronta forti opposizioni. Gli abitanti locali minacciano proteste di massa se la chiesa non chiude e hanno dato il via a una campagna con manifesti e volantini. Il 9 aprile un gruppo di persone si è riunito davanti alla chiesa e ha recitato preghiere buddiste. Secondo la National Evangelical Alliance dello Sri Lanka, questa stessa chiesa era già stata completamente bruciata il 25 settembre 2003.
Il partito dei monaci buddisti, Jathika Hela Urumaya (JHU), è promotore di una delle due "pericolose" leggi anti-conversione ancora in fase di discussione nel Paese.