Inviato Onu in Myanmar chiederà riforme e libertà per Aug San Suu Kyi

Ibrahim Gambari arriverà nel Paese giovedì in quella che è la più importante missione Onu da due anni. Incontrerà esponenti del governo, della società civile e delle opposizioni. Richiesto anche un incontro con Aung San Suu Kyi, leader democratica agli arresti domiciliari.


Yangon (AsiaNews/Agenzie) - È atteso per giovedì l'arrivo in Myanmar di Ibrahim Gambari, sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari politici. L'inviato chiederà alla giunta militare riforme democratiche. Questa sarà la più importante missione Onu nel Paese da più di due anni.  

Gambari dovrebbe incontrare esponenti del governo, della società civile e della National League for Democracy (Nld), il principale partito di opposizione. La missione durerà tre giorni, e arriva dopo l'ennesimo attacco dei militari contro i ribelli di minoranze etniche e l'aumento delle pressioni sulla Nld.

Da New York il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric dichiara che Gambari chiede di incontrare anche Aung San Suu Kyi, leader della Nld e premio Nobel, che ha passato più di 10 degli ultimi 17 anni agli arresti domiciliari. Myint Thein, portavoce della Nld, commenta però da Yangon che il suo partito non crede che i militari concederanno a Gambari di incontrare la leader democratica, i cui arresti domiciliari saranno con tutta probabilità prolungati la prossima settimana. Dujarric sottolinea comunque che Gambari farà di tutto per ottenere riforme politiche e il rilascio di Suu Kyi. "La posizione del segretariato generale riguardo la detenzione di Aung San Suu Kyi è chiara", dichiara il portavoce Onu. "Abbiamo richiesto più volte il suo rilascio – continua - Gambari lo farà di nuovo durante il suo viaggio in Myanmar".

Negli ultimi anni la giunta militare ha rifiutato di incontrare una serie di inviati Onu. Per questo Dujarric dichiara che questa missione è "una opportunità attesa da tempo e con importanti potenzialità per promuovere una prima fase di sviluppo e vedere cos'altro può essere fatto" per muoversi verso la democrazia. "Gambari porterà un chiaro messaggio, cioè che le relazioni del Myanmar con la comunità internazionale dipendendone da una serie di progressi tangibili per il ritorno delle libertà democratiche e il rispetto dei diritti umani", aggiunge.

Prioritaria è una soluzione del problema delle minoranze etniche: martedì 16 maggio, 6 esperti di diritti umani dell'Onu hanno chiesto alla giunta di sospendere la campagna militare contro i ribelli della minoranza etnica karen. Le operazioni hanno un impatto negativo sulla popolazione civile: si stima che sono 11 mila le persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa delle violenze.

Il generale Than Shwe, capo supremo della giunta militare, negli ultimi anni non ha esitato ad allontanare gli inviati Onu. Paolo Sergio Pinheiro, che all'inizio di quest'anno ha lasciato l'incarico di inviato Onu nel Myanmar, è stato l'ultimo autorizzato ad entrare Paese nel 2003. Anche il malaysiano Razali Ismail, inviato speciale delle Nazioni Unite per il Myanmar, ha lasciato l'incarico a gennaio dopo che gli è stato negato l'ingresso nel Paese per 2 anni. Ad agosto è stato invece concesso il visto ad un terzo inviato Onu, l'indonesiano Ali Alatas, ma solo perché era stato stabilito che il viaggio fosse finalizzato alla discussione della riforma delle Nazioni Unite.