Chhattisgarh, otto villaggi votano: via i cristiani
di Nirmala Carvalho

I consigli locali hanno imposto a un centinaio di cristiani di andarsene o di rinunciare alla fede. La polizia non è intervenuta subito e almeno 40 persone sono state costrette a trovare rifugio in chiesa dopo che le loro proprietà sono state distrutte. Secondo alcune oraganizzazioni, quest'anno c'è stato un aumento delle violenze contro la comunità cristiana in questo Stato indiano.


Sukma (AsiaNews) - Lasciare il villaggio o rinunciare a essere cristiani: è la scelta a cui sono stati messi davanti un centinaio di fedeli nello Stato indiano a maggioranza tribale del Chhattisgarh. Il 17 novembre, otto panchayat (consigli locali) del distretto di Sukma hanno approvato una risoluzione che vieta ai cristiani di rimanere nei loro territori. Altrimenti le loro proprietà e i loro campi sarebbero stati saccheggiati, gli è stato detto. 

Il sarpanch (capo villaggio) di Michwar, uno degli otto villaggi coinvolti (Dabba, Doodhiras, Gonderas, Gurli, Jagadlanar, Kundanpal, Kunna), ha anche confermato il provvedimento affermando che le decisioni prese dai panchayat prevalgono sulla Costituzione indiana, che, ai sensi dell’articolo 25, garantisce la libertà di religione e credo.

Il giorno successivo i cristiani hanno presentato una denuncia presso la stazione di polizia di Gadiras, corredandola con prove audio che documentavano quanto affermato dal sarpanch di Michwar. Ma gli agenti si sono rifiutati di registrare un primo rapporto informativo (FIR), necessario per avviare un’indagine. Al contrario, hanno chiesto di essere accompagnati ai campi. Giunti sul posto, una folla di circa 1.500 persone aveva già saccheggiato i raccolti dei cristiani. La polizia ha lasciato la zona senza offrire alcun aiuto, hanno riferito in seguito i cristiani.

Il 19 novembre, il Chhattisgarh Christian Forum (CCF) ha portato la questione all’attenzione delle autorità del distretto di Sukma, che hanno ordinato la registrazione della denuncia. Ma al 21 novembre la richiesta non aveva ancora ricevuto seguito. Nel frattempo, circa 40 costrette ad abbandonare i villaggi perché le loro terre sono state saccheggiate, hanno trovato rifugio in una chiesa a Michwar.

“Questi episodi non si verificano solo a Sukma, ma stanno colpendo cristiani in molti distretti”, ha spiegato p. Thomas Vadakumkara, della diocesi di Jagadalpur, interpellato da AsiaNews. “Vengono sistematicamente negati i diritti fondamentali: seppellire i defunti, rimanere nella propria terra e coltivare i propri campi. Questa discriminazione mina la dignità umana e viola i principi stabiliti nella Costituzione indiana”.

Secondo lo United Christian Forum (UCF), un’organizzazione con sede a Delhi, c’è stato un aumento della violenza e della discriminazione contro i cristiani in almeno 23 dei 28 Stati dell’India. Fino a ottobre di quest’anno si sono registrati 673 episodi di violenza contro la comunità cristiana. Lo Stato dell’Uttar Pradesh registra il numero più alto di crimini d’odio con 182 episodi, seguito dal Chhattisgarh con 139 casi.

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