Papa: apprezza gli sforzi dell'India per la pace, ma chiede rispetto per le minoranze

Nel suo discorso al nuovo ambasciatore dell'India, Benedetto XVI condanna "il tentativo riprovevole" di alcuni Stati "di legiferare in favore di limitazioni chiaramente discriminatorie sul diritto fondamentale alla libertà religiosa".


Città del Vaticano (AsiaNews) - Il Papa apprezza le grandi tradizioni culturali indiane,  la scelta dei "mezzi pacifici" nella controversia col Pakistan per il Kashmir, osservando, nel discorso rivolto al nuovo ambasciatore indiano, ricevuto per la presentazione delle lettere credenziali, che "il dialogo e la cooperazione crescenti dovrebbero dimostrarsi utili" verso le "altre sfide nella regione, compresa la minaccia della violenza collegata ad estremismo politico e religioso", l'impegno dell'India a costruire una società "libera e democratica", nella quale tutti abbiano gli stessi diritti. Ma  ritiene "preoccupanti" i segni "di intolleranza religiosa" che si registrano in alcuni Stati, nei quali a volte emerge "il tentativo riprovevole di legiferare in favore di limitazioni chiaramente discriminatorie sul diritto fondamentale alla libertà religiosa". Ciò, ha detto all'ambasciatore , Amitava Tripathi, non è soltanto "incostituzionale" e da rifiutarsi "fermamente", ma anche "contrario ai più alti ideali dei padri fondatori dell'India, che hanno creduto in una nazione caratterizzata dalla coesistenza pacifica e dalla tolleranza reciproca fra le religioni differenti ed i gruppi etnici".

"Il recente ristabilimento – ha sottolineato Benedetto XVI - del Consiglio nazionale per l'integrazione e la creazione, quest'anno, del Ministero per I problemi delle minoranze offre strumenti concreti per offrire l'uguaglianza costituzionalmente garantita a tutte le religioni e i gruppi sociali". "Mentre proteggono i diritti di ogni cittadino di professare e praticare la sua fede, essi aiutano negli sforzi di costruire ponti tra le comunità minoritarie e la società indiana nel suo insieme e per l'integrazione nazionale e la partecipazione di tutti allo sviluppo del Paese".

La Chiesa e i cattolici, ha concluso, vogliono contribuire a tale sforzo per la costruzione di una società "giusta, pacifica e pluralista".