Nuovi contagi e morti in Indonesia per l'influenza aviaria

Un ragazzo è arrivato morente in ospedale. Da due settimane erano morte le galline allevate dal padre. Nel Paese molta gente considera il virus come una calamità naturale e non prende precauzioni.


Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Un altro morto in Indonesia per influenza aviaria, arrivato in ospedale ormai morente. E' un ragazzo di 15 anni – dice Hariyadi Wibisono, funzionario del ministero della Sanità - della città di Tasikmalaya, nella Java occidentale, ricoverato in ospedale a Bandung il 29 maggio e morto il giorno dopo. Il nonno alleva polli e circa 40 galline sono morte due settimane fa.

Sempre il 29 maggio l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha confermato la malattia per una bambina di 15 anni a Solok, nella Sumatra occidentale, ritenuta grave.

Migliorano intanto le condizioni dell'unico sopravvissuto al contagio che questo mese ha distrutto una famiglia a Kubu Sembelang, nella Sumatra settentrionale. Ancora debole Johannes Ginting, 25 anni, resta in ospedale in una stanza all'aria aperta, con le galline che razzolano subito fuori e i visitatori che entrano ed escono senza maschere o altre precauzioni. Almeno sei suoi  familiari conviventi sono morti per il virus e un settimo è stato seppellito senza fare i test. Ma i suoi familiari non sono preoccupati.

"Non ho paura – dice la madre -  e non indosserò mai una maschera o altro. Se si diffonde [il contagio], sarò la prima a morire". "Perché devo avere paura – spiega - delle galline qui intorno. Dopo tutto, chi è morto non aveva mangiato polli".

"Noi diamo maschere e guanti ai familiari e li avvisiamo del pericolo di contagio – spiega Nurrasyid Lubis, vice direttore dell'Ospedale Adam Malik – ma non collaborano. Non credono al pericolo". "Johannes – prosegue – rifiuta le iniezioni, non vuole prendere il Tamiflu o antibiotici".

Medici e infermieri che vanno da Ginting indossano indumenti protettivi quali guanti, maschere, stivali speciali e altri vestiti richiesti dall'Oms. Ma nessuno impedisce l'entrata di visitatori privi di protezione. Nel villaggio molte persone dubitano persino che le morti siano state causate dall'influenza aviaria, perché nessun altro ha preso il virus.

Il contagio dell'intera famiglia si ritiene avvenuto con trasmissione diretta tra esseri umani. Gli scienziati ricordano pochi altri casi di contagio tra umani e pensano che il virus sia stato trasmesso tramite parenti consanguinei. Esperti ipotizzano soggetti con minore difesa genetica contro il virus, ma non ci sono prove. L'influenza aviaria ha ucciso almeno 124 persone dal 2003. In Indonesia ci sono stati 49 contagi con 36 morti accertate. Jakarta è criticata per avere reagito con lentezza e in modo inadeguato a impedire il contagio. Molte persone tuttora ignorano il pericolo o lo negano.

"C'è una combinazione – spiega Bayu Krisnamurthi, funzionario del Comitato nazionale per il Controllo dell'influenza aviaria e per la prevenzione - di povertà, mancanza di educazione e tendenza a considerare l'influenza aviaria come un disastro naturale o un colpo di sfortuna. Senza informazione, non la considerano un problema". (PB)