Madhya Pradesh, violentate per essersi convertite al cristianesimo

Indira Iyengar, membro della Commissione statale per le minoranze, spiega che l'attacco del 28 maggio scorso "è stata lanciato dai fanatici indù per punire i tribali del villaggio di Nadia, colpevoli di aver abbandonato l'induismo per abbracciare il cristianesimo".


Bhopal (AsiaNews/Icns) – Le donne del villaggio di Nadia "sono state violentate come punizione per aver cambiato la loro religione ed essersi convertite al cristianesimo" e "nessuna autorità civile, né la polizia né la magistratura, sono disponibili ad ascoltare il loro caso e a dargli giustizia". Lo denuncia  Indira Iyengar, membro della Commissione statale del Madhya Pradesh per le minoranze, che in un'intervista commenta "l'orrendo crimine compiuto contro i cristiani di Nadia".

Il 28 maggio scorso un gruppo di fanatici hindutva ha attaccato e successivamente sequestrato per un giorno intero cinque cristiani, due donne e tre uomini: le donne sono state violentate mentre gli uomini sono stati gravemente feriti con armi da fuoco. L'attacco è avvenuto alle dieci di sera.

Le due donne, Baishi Pokharia e Rekha Gyarsiya, sono state in grado di identificare gli assalitori, che rispondono ai nomi di Lulla, Nandla, Kalu, Rewal Singh e Sakaram: vengono tutti dal loro stesso villaggio.

La mattina del giorno dopo, inoltre, i leader locali del Bharatiya Janata Party [Bjp, il più grande partito politico indiano, di impronta nazional-fondamentalista ndr], si sono presentati all'ufficio di pubblica sicurezza del distretto per presentare una denuncia contro presunte "conversioni di massa al cristianesimo" avvenute nella zona ad opera di missionari cristiani giunti dallo Stato confinante del Maharashtra.

Sebbene la denuncia non nominasse alcun religioso, conteneva come "prove" i nomi dei cinque attaccati la sera prima. I cinque si sono presentati alla stazione di polizia di Bhagwanpura per presentare denuncia, ma sono stati arrestati dall'ispettore Thakur.

"Tutto questo – spiega la Iyengar – è avvenuto perché si sono convertiti dall'induismo al cristianesimo. L'attacco dovrebbe essere punito perché, oltre alla violenza commessa, distrugge una libertà fondamentale dell'uomo, ma nessuno vuole ascoltare le nostre proteste".

"Vogliamo – continua – che il primo ministro del Madhya Pradesh sappia le cose che avvengono qui. Vogliamo che questa disuguaglianza finisca. Vogliamo solo vivere al sicuro".

Il gruppo dei cinque tribali dice "di non avere avuto giustizia da nessun lato, in questa vicenda". "La polizia – dice una delle due donne – ha detto che la nostra denuncia era falsa e non ci hanno ascoltato. Ora non abbiamo più un posto dove andare".