Filippine, la Chiesa loda l'abolizione della pena di morte

La Conferenza episcopale del Paese definisce la decisione del Congresso "una mossa che cambia la giustizia nel Paese, da sistema che uccide a tentativo di guarigione".


Manila (AsiaNews/Cbcp) – La Conferenza episcopale delle Filippine (Cbcp) ha definito il voto con cui ieri il Congresso ha abolito la pena di morte nel Paese "una mossa grazie alla quale, finalmente, la nazione cambia una giustizia che uccide con una che guarisce".

Secondo mons. Pedro Arrigo, presidente della Commissione episcopale per la cura pastorale nelle prigioni, è "molto importante il fatto che il Senato ed il Congresso abbiano approvato due diversi decreti per rendere nulla la legge del 1994 che prevede le esecuzioni dei prigionieri".

"Vorrei congratularmi con tutti coloro che hanno agito per questo scopo – ha detto – sia come popolazione che come Paese. Divisi in tempi recenti da differenze politiche, siamo ora uniti per una causa comune, quella della vita umana".

Il presule aggiunge che in questo modo le Filippine "si uniscono a quel club di nazioni, sempre più grande, che rigetta la pena capitale dal proprio sistema legale". Ad oggi, secondo i dati della Commissione internazionale per la cura pastorale nelle prigioni, sono 124 le nazioni che hanno bloccato le esecuzioni.

Nel Paese ci sono 1.200 condannati a morte, tra i quali almeno undici terroristi collegati ad al-Qaeda, per 100 dei quali – dice padre Roberto Olaguer, cappellano carcerario – la sentenza potrebbe essere eseguita subito. Nel momento in cui il decreto diverrà legge – ovvero con la firma dell'Ufficio presidenziale - la pena verrà automaticamente commutata in ergastolo. Il governo filippino ha giustiziato sette persone fra il 1999 ed il 2000, ma subito dopo ha imposto una moratoria alle esecuzioni, sotto la spinta della Chiesa cattolica e dell'Unione europea.