Onu: appello per Timor Est, servono subito 18 milioni di dollari

Non migliora la situazione a Dili, in preda ai disordini; timore per epidemie nei sovraffollati centri d'accoglienza per i rifugiati. I militari ribelli chiedono la sospensione della Costituzione e pieni poteri al presidente Gusmao.


Dili (AsiaNews/Agenzie) – Le Nazioni Unite lanceranno oggi un "appello urgente" per raccogliere aiuti per Timor Est, mentre cresce il numero degli abitanti che lascia la capitale Dili, da settimane in preda ai disordini. Fien Riske-Nielson, il coordinatore Onu per gli affari umanitari a Timor Est, riferisce che l'appello sarà lanciato nella giornata di oggi e chiede fondi per 18 milioni di dollari destinati a coprire i prossimi tre mesi di interventi sull'isola.

Secondo le ultime stime Onu, sono 100 mila le persone che hanno abbandonato la loro abitazione in seguito alle violenze dell'ultimo mese. "Nelle zone fuori Dili – avverte, però, Riske-Nielson - il numero potrebbe essere in crescita". La situazione umanitaria, aggiunge, è "precaria", perché le condizioni igieniche nei sovraffollati centri d'accoglienza fanno temere epidemie.

La prossima settimana, secondo quanto riferito dal ministro timorese degli Esteri Jose Ramos-Horta, le Nazioni Unite daranno il via ad un'inchiesta sui violenti scontri, in cui hanno perso la vita civili, soldati e poliziotti. Il bilancio ufficiale parla di 21 morti, ma circolano voci e denunce che la cifra sia molto maggiore.

La crisi nell'ex colonia portoghese è scoppiata in aprile dopo la decisione del premier Mari Alkatiri di radiare dall'esercito 600 soldati, il 40% delle forze armate, che "scioperavano" lamentando discriminazioni su base etnica. I soldati ribelli si sono scontrati con quelli lealisti e si sono poi asserragliati sulle colline. Le bande rivali hanno quindi preso possesso delle strade nell'assenza di forze di sicurezza.

Il fronte politico che chiede le dimissioni del primo ministro, ritenuto responsabile dei disordini, ha annunciato un incontro per questa settimana, in cui discutere una formula per modificare la Costituzione e dare maggiori poteri al presidente. Una sospensione totale della Costituzione e i pieni poteri al capo di Stato, invece, è quello che chiedono i leader dei militari ribelli, che nei prossimi gironi incontreranno lo stesso Gusmao a Dili.