Bastonate e arresti a Teheran per le donne che chiedono uguaglianza di diritti
di Dariush Mirzai

La polizie disperde le manifestanti che domandano il bando della poligamia, uguali diritti di custodia dei figli e nel matrimonio, il diritto della donna a lavorare dove vuole e a viaggiare liberamente; un uguale valore alla testimonianza delle donne in tribunale


Teheran (AsiaNews) – E' finita con una ferita e una trentina di arresti la manifestazione di donne che a Teheran chiedevano uguaglianza di diritti e modifiche delle legislazioni civile e penale. "Siamo donne, siamo umane, ma non abbiamo alcun diritto", scandivano le dimostranti che ieri pomeriggio alle 17 hanno dato vita alla protesta, svoltasi al centro della capitale iraniana.

Un'ora dopo l'inizio della protesta, un centinaio di agenti, incluse alcune donne poliziotto (nelle foto), hanno attaccato e disperso i manifestanti, compiendo almeno 23 arresti, oltre alle 4 o 6 donne che erano state prese già prima della dimostrazione. Una delle manifestanti è stata ferita.

L'evento è stato apertamente ripreso da alcuni giornalisti, che non sono stati ostacolati dalle forze di sicurezza. Anche i media iraniani, controllati dallo Stato, hanno dato notizia della manifestazione, insistendo sul fatto che le donne erano vestite in modo indecente, cioè che erano "non perfettamente velate".

Le manifestanti, legate ad un finora sconosciuto "Labour and Communist Party" presentavano un elenco di richieste, appoggiato da 400 scrittori, giornalisti, attivisti di diritti umani, artisti ed intellettuali, uomini e donne. Chiedono il bando della poligamia, la revoca dell'incontestato diritto degli uomini al divorzio; uguali diritti di custodia dei figli per la madre ed il padre ed uguali diritti nel matrimonio, come il diritto della donna a lavorare dove vuole e a viaggiare liberamente; un uguale valore alla testimonianza delle donne in tribunale.

Esse chiedono anche l'eliminazione dei contratti di lavoro temporaneo che discriminano le donne e l'aumento della maggiore età ai 18 anni. Attualmente, infatti, le ragazze sono considerate adulte a nove anni ed i ragazzi a 15, rendendoli teoricamente idonei ad essere trattati da adulti. Questa ambiguità mina l'applicazione in Iran della Convenzione per i diritti del bambino e rende possibile ai giudici di continuare a condannare a morte i giovani criminali.

Richieste come la possibilità di assistere alle partite di calcio sono molto più popolari e presenti nei media; questa richiesta era stata apertamente appoggiata dal presidente populista Ahmadinejad, ma non è stata applicata, dopo un veto dei mullah. Un altro importante e ben conosciuto problema è quello del codice islamico di abbigliamento. Comunque, il vero problema dello stato della donna in Iran è fondato nella legge e in un sistema che ha un impatto negativo sulla mentalità. E le dimostranti insistevano sulle discriminazioni legali.

Quella di ieri non è stata la prima dimostrazione femminista a Teheran. A marzo, 300 dimostranti per i diritti umani, uomini e donne, hanno organizzato un raduno in un parco. Anche allora, la polizia li ha attaccati, bastonandone alcuni.