Cina, allarme nazionale: manca il sangue per gli ospedali

Dopo una serie di scandali legati alla vendita illegale di plasma infetto, la popolazione non lo dona più. Per raggiungere gli standard di sicurezza minimi, al Paese mancano oltre 6 mila tonnellate di sangue.


Pechino (AsiaNews/Scmp) – I centri di trasfusione cinese stanno cercando di riempire i vuoti nelle riserve per le trasfusioni di sangue, derivati dalla nuova legge contro la vendita del plasma e dallo smantellamento del sistema di donazione forzata abolito sei anni fa.

Secondo le statistiche della Società cinese per la trasfusione del sangue – riportate oggi dal quotidiano governativo China Daily – i centri riescono a raccogliere circa tremila tonnellate di sangue l'anno, ma, con una popolazione di 1,3 miliardi di persone, queste dovrebbero essere almeno 9,6 per raggiungere gli standard internazionali di sicurezza.

Nel dicembre 2004, il Centro sangue di Pechino ha finito - per la prima volta in 20 anni - il sangue di tipo AB e la diminuzione dei livelli delle scorte ha costretto la dirigenza del Centro a fare diversi appelli nel corso dell'anno per convincere nuovi donatori.

Il calo delle scorte e la mancanza di donatori derivano dalla nuova legislatura che cerca di bloccare il traffico illegale di sangue: il governo è stato costretto ad emanarla dopo la serie di scandali legati al plasma contaminato che ha colpito il sistema sanitario nazionale e che ha convinto la popolazione della pericolosità di donare il sangue.

Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità, il sangue a disposizione degli ospedali cinesi proviene per il 94,5 % da donatori volontari: questi sono però in diminuzione. Per Zhao Rongguo, funzionario del municipio di Pechino, "le autorità dovrebbero rafforzare i controlli sui centri per le donazioni in modo da calmare le paure della gente per questa semplice operazione".