Sri Lanka, monaco nega attacco a tempio buddista e responsabilità dei Tamili

Il governo aveva accusato ufficialmente le Tigri di aver colpito il luogo religioso per accendere l'odio interetnico. Nonostante le crescenti violenze i ribelli confermano il rispetto del cessate-il-fuoco.


Colombo (AsiaNews/Agenzia) - Un monaco buddista ha negato che i ribelli delle Tigri abbiano attaccato il suo tempio, come denunciato invece dal governo dello Sri Lanka. Ieri il monaco ha raccontato che il 19 giugno colpi d'arma da fuoco hanno raggiunto un posto di guardia nei pressi del tempio Somawathi, storico edificio a nord-est di Colombo, senza colpirlo.

Il monaco ha sostenuto che non è chiaro chi abbia sparato. Il governo, invece, in un comunicato ufficiale diffuso subito dopo l'incidente, aveva accusato le Tigri tamil. Queste a loro volta hanno negato ogni responsabilità e ribadito il loro impegno per la pace e il rispetto del cessate-il-fuoco firmato nel 2002, nonostante la recente escalation di violenze nel Paese.

I ribelli, che si battono per l'indipendenza del nord-est a maggioranza tamil, hanno chiarito le loro posizioni in una dichiarazione scritta inviata ai mediatori di pace norvegesi, come richiesto da Oslo dopo il fallimento dei colloqui in Norvegia ad inizio giugno.

Secondo il monaco Mahamune Sri Sumangala, è difficile individuare il motivo dell'attacco vicino al tempio, che non ha provocato né morti, né feriti. "Durante il conflitto – continua il religioso – non abbiamo mai avuto problemi con le Tigri: dal 2002 la zona vive in relativa pace, ma girano molti gruppi compresi cacciatori. Non si può dire con certezza chi sia il colpevole". Colombo sostiene che i ribelli abbiano agito contro il tempio "per accendere l'odio etnico tra singalesi buddisti e tamil".